E' ormai in dirittura d'arrivo un disegno di legge per la ratifica e l'esecuzione dell'Accordo internazionale sui legni tropicali che prevede interventi per incrementare la programmazione, la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione del legname proveniente da aree tropicali. Dando assoluta priorita' alle istanze di mantenimento dell'equilibrio ecologico e naturalistico e a obiettivi di protezione dell'ambiente da fenomeni di deforestazione. L'Accordo internazionale che il nostro Paese si prepara a adottare concretamente e' datato gennaio 1994 e ssostituisce quello del 1983. Il Trattato ha l'intento di offrire un foro di consultazione tra Paesi produttori e Paesi consumatori, favorire la cooperazione internazionale, l'elaborazione di linee politiche relative all'economia mondiale del legno e l'adozione di pratiche non discriminatorie nel commercio del legname. Si propone di incoraggiare una strategia volta a garantire che le esportazioni di legno e di prodotti derivati dai legni tropicali provengano da fonti gestite in maniera compatibile con la tutela ambientale e con criteri di sviluppo sostenibile. E impone l'osservanza, da parte dei Paesi membri, di linee guida definite dal Consiglio dell'Organizzazione internazionale dei legni tropicali mirate a promuovere l'adozione di politiche nazionali indirizzate verso la conservazione delle foreste tropicali e delle loro risorse genetiche ed al mantenimento dell'equilibrio biologico nelle regioni interessate. Intende agevolare l'espansione e la diversificazione del commercio dei legni tropicali, favorire l'accesso dei produttori ai mercati internazionali e promuovere la ricerca e lo sviluppo per migliorare la gestione delle foreste e l'impiego efficace del legno. Nel garantire la trasparenza del mercato internazionale del legno, attraverso la raccolta e la diffusione di dati relativi al commercio ed ai tipi di legno commercializzati, l'Accordo vuole anche favorire la cooperazione tecnica ed il trasferimento di tecnologia tra i Paesi membri. La critica che era stata rivolta al primo Accordo del 1983, verteva sulla scarsa attenzione rivolta alle istanze di carattere ambientale. Mentre la tutela dell'ambiente dovrebbe essere obiettivo centrale dell'Itta 94 che ha l'ambizione di stabilisce una strategia di protezione delle foreste. L'Italia, unitamente agli altri partner comunitari, attribuisce grande importanza a questa iniziativa, che rappresenta un primo passo verso una piu' oculata gestione del patrimonio forestale. Ma ritiene che si debbano perseguire obiettivi ancora piu' ambiziosi, giungendo appena possibile, all'apertura di negoziati per la conclusione di una Convenzione mondiale che stabilisca uno strumento giuridico vincolante per la gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste (non solo, quindi, quelle tropicali). Proprio per questo la Comunita' ha depositato, al momento della firma dell'Itta 94, una dichiarazione interpretativa che ribadisce che l'Accordo deve intendersi relativo unicamente ai legni tropicali e alle foreste tropicali. Rinviando a uno strumentoi globale e integrato obiettivi piu' vincolanti e generali a protezione dei polmoni verdi di tutto il pianeta. Sotto il profilo istituzionale l'operativita' dell'Accordo e' assicurata dall'organizzazione internazionale sui legni tropicali che ha sede a Yokohama, i cui membri sono i Paesi produttori ed i Paesi consumatori. L'Organizzazione esercita le sue funzioni attraverso alcuni organi principali: il Consiglio; il Direttore Esecutivo, il Comitato per l'informazione economica e di mercato, il Comitato per il rimboschimento e la gestione forestale, il Comitato per l'industria forestale, il Comitato finanziario e amministrativo. Le fonti di finanziamento dell'organizzazione sono rappresentate dai contributi obbligatori versati dai Membri al bilancio amministrativo (conto amministrativo) e da un conto speciale per il finanziamento dei progetti elaborati dall' organizzazione internazionale dei legni tropicali. Le risorse per tale conto speciale pervengono dal Fondo comune per i prodotti di base, da istituzioni finanziarie regionali ed internazionali, dai contributi volontari dei Paesi membri. La parte di contributo dovuto dall'Italia per il finanziamento del regolare bilancio amministrativo dovrebbe aggirarsi sui 73.000 dollari Usa l'anno.
fonte: ansa.it
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