CARTA IGIENICA– Secondo gli esperti, infatti, proprio la preziosa «toilet paper» sarebbe – testualmente – «uno dei più grandi eccessi dei nostri tempi. Ancor peggiore dell’uso degli Hummer». Gli americani, in particolare, sono i principali spreconi in tal senso: al contrario degli europei, gli abitanti d’oltreoceano sono assolutamente refrattari all’uso dei rotoli realizzati con carta riciclata. Loro vogliono solo quella morbida, soffice, confortevole, e non si rendono conto che quella carta è costata la vita ad alberi centenari. Quindi una soluzione per loro potrebbe essere quella di ricorrere all’uso di salviette in tessuto. Ovviamente riutilizzabili dopo debito lavaggio. C’è già chi le commercializza (corredate dal comodo contenitore per raccogliere quelle usate in attesa di pulizia) proponendo anche una moderna versione dei vecchi ciripà come più ecologica alternativa al pannolone per bambini.
LATTICE E PLASTICA – Anche l’amore diventa «ecosostenibile» e più salutare se si preferiscono lubrificanti naturali ed eco-profilattici. Come quelli realizzati con lattice derivato da fonti sostenibili anziché dagli alberi, ma sicuri e affidabili quanto quelli tradizionali. Passando poi dal letto alla cucina, il Time segnala una quantomeno originale alternativa a piatti e posate di plastica, materiale nemico dell’ambiente. L’idea in questo caso viene da un’azienda danese, che sfrutta un componente dell’urina dei suini per ricavare un materiale plastico utilizzabile appunto nella produzione di piatti e utensili riciclabili.
ENERGIA – Ed è ancora l’urina – questa volta umana – l’elemento chiave di un’altra originale eco-idea presente in classifica. Un’azienda di Singapore ha infatti trovato il modo di utilizzare la pipì al posto dei soliti metalli pesanti nella realizzazione di batterie. In questo modo si riesce a produrre energia al pari delle classiche stilo AA, ma inquinando decisamente meno. Va invece nell’ottica del risparmio energetico l’idea di sfruttare il calpestio della gente che balla in discoteca per produrre l’elettricità necessaria ad alimentare parte dell’infrastruttura tecnica del locale. Lo hanno fatto in un club londinese, in cui il 60 per cento dell’energia utilizzata viene prodotta dai ballerini che si scatenano in pista.
fonte: corriere.it
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