sabato 24 ottobre 2009

Studio: i costi segreti dei biocarburanti

Una spinta decisa verso una produzione di biocarburanti a livello globale come misura per ridurre le emissioni a effetto serra, senza controlli adeguati, potrebbe avere esattamente l’effetto opposto. Lo rivela uno studio condotto da Jerry Melillo del Marine Biological Laboratory (MBL), che rivela come un gallone di biofuel possa paradossalmente rendersi responsabile del doppio delle emissioni climalteranti rispetto alla stessa quantità di benzina.
“Le potenzialità della bioenergia – si legge nel documento – di ridurre le emissioni di gas serra dipende in modo essenziale dalla fonte della biomassa e dai suoi effetti netti sull’uso del territorio”.
I “costi climatici” a cui la ricerca fa riferimento non dipendono ovviamente dalle emissioni dirette ma dall’impatto “indiretto”, imputabile all’abbattimento del patrimonio forestale per creare nuovi terreni agricoli.
“Un effetto inevitabile”, spiega la ricerca, senza norme di controllo: il cambiamento di uso del suolo, se non accoppiato a normative specificamente di protezione forestale, come tasse sulla deforestazione, porterebbe ad un aumento netto delle emissioni di carbonio. Inoltre, l’incremento di un’agricoltura intensiva richiederebbe un’enorme aggiunta di fertilizzanti azotati, rilasciando di conseguenza protossido di azoto, un gas serra molto più potente del biossido di carbonio. “Se le foreste o altre piante sono destinate alla bioenergia, il rilascio di carbonio che ne risulta deve essere conteggiato o come emissione da uso del terreno o come emissione energetica”, dice Melillo. “Se non lo si fa, l’uso della bioenergia aggraverà il nostro problema con i gas serra invece di risolverlo”.
Si tratta di “contro” importanti che non sono stati inseriti nel metodo di conteggio del Protocollo di Kyoto, nella legislazione Ue sui tetti alle emissioni.
Eppure, i risultati dello studio non dimostrano necessariamente che un aumento della produzione di biocarburanti costituisca una cattiva idea, ma solo che il tutto debba “essere fatto nel modo giusto. Al fine di rendere questo strumento efficace, abbiamo bisogno di controllare la deforestazione”, ha concluso Reilly.

fonte: rinnovabili.it

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