mercoledì 19 marzo 2008

«Ue dimezzi emissioni al 2050»

Secondo l'Enea bisogna elaborare in tempi brevi strategie per ridurre del 50-60%, entro il 2050, le emissioni globali di gas serra. Ma nello stesso periodo la domanda globale di energia potrebbe raddoppiare. E finora «non siamo sulla strada giusta per realizzare gli obiettivi della politica energetica»/
A Rovigo la Conferenza sul clima
Gli scenari dell'Agenzia Internazionale dell'Energia indicano che, a livello mondiale, la domanda di energia crescerà del 55% entro il 2030 con tendenza al raddoppio prima del 2050. In un quadro di questo tipo, le emissioni di CO2 passerebbero dagli attuali 26 a circa 42 miliardi di tonnellate all'anno nel 2030, per raggiungere livelli dell'ordinedi 58 miliardi di tonnellate nel 2050. Per questo bisogna elaborare strategie per ridurre del 50-60%, entro il 2050, le emissioni globali di gas serra.

Un taglio che impone di introdurre nuove tecnologie energetiche. E su questo fronte sono necessari interventi nel breve termine, perché le azioni intraprese nei prossimi 10-15 anni saranno determinanti sul lungo termine. Se n'è discusso nel corso di un convegno organizzato dall'Enea in cui è stato presentato il dossier "Tecnologie per l'energia: quali innovazioni e strategie industriali in Europa? Il Set Plan e le sue proposte".

L'incontro è stato l'occasione per fare il punto sul Set Plan (Strategic Energy Technology Plan), stilato dalla Commissione Ue nel 2007 per affrontare le sfide del clima e dell'energia, che punta il dito contro la stagnazione degli investimenti in ricerca e sviluppo dei paesi membri negli ultimi due decenni. In base alle cifre sottolineate nel dossier, il costo di una azione tempestiva in questo campo è dell'ordine dell'1% del prodotto interno lordo globale su base annua, di gran lunga inferiore ai danni derivanti dall'inazione, (stimati nell'ordine del 5% del Pil) o da azioni ritardate nel tempo.

Ma «le attuali tendenze e le relative proiezioni per il futuro - sottolinea il dossier - mostrano che non siamo sulla strada giusta per realizzare gli obiettivi della politica energetica». Basti dire che «se i governi dell'Ue investissero oggi agli stessi livelli degli anni Ottanta, la spesa pubblica totale dell'Ue per lo sviluppo di tecnologie energetiche sarebbe quattro volte superiore all'attuale livello di investimenti di circa 2,5 miliardi di euro all'anno».

I piani su cui l'Europa deve muoversi sono molteplici. E numerose sono le iniziative da intraprendere nei prossimi 10 anni: rendere commerciali le tecnologie di cattura di Co2, raddoppiare la capacità eolica, dimostrare la fattibilità commerciale su larga scala del fotovoltaico e del solare a concentrazione, sfruttare le potenzialità del nucleare individuando soluzioni definitive per le scorie, rendere competitiva la produzione di biocombustibili di seconda generazione.

fonte: lanuovaecologia.it

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