Quando si presentano all'esame riescono quasi sempre a buttarla in chiacchiere. Per questo il Wwf le pagelle ha deciso di darle prima. Al vertice G8 in programma dal 7 al 9 luglio a Hokkaido, in Giappone, la lotta ai cambiamenti climatici ha un posto in cima all'agenda, ma in passato alle promesse e alla retorica della vigilia spesso hanno fatto seguito pochi fatti. Così l'associazione ambientalista, in collaborazione con Allianz e con la società Ecofys, ha stilato Scorecards, un'analisi delle politiche di lotta ai cambiamenti climatici delle otto massime potenze industriali e dei cinque paesi emergenti, Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica.
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Nessun promosso. I risultati sono stati presentati questa mattina a Roma e non sono esattamente incoraggianti. Nessuna nazione del G8 è promossa a pieni voti e la media generale è piuttosto bassa. Per rendere più immediato il giudizio sui comportamenti i curatori del dossier hanno scelto la metafora dei semafori, sia nel giudizio globale conclusivo, sia nei singoli settori presi in esame: dalla riduzione delle emissioni di gas serra allo sviluppo del mercato della CO2; dalla diffusione delle rinnovabili alle politiche sul risparmio energetico.
Pochi semafori verdi. Nelle voci specifiche qualche luce verde qua e là si intravede. Londra ne conquista una per l'intensità energetica (il rapporto tra Pil e consumi) e le politiche industriali, Parigi altre due per numero di emissioni procapite e intensità energetica. Due pure quelle assegnate a Berlino (intensità energetica e politiche a sostegno delle rinnovabili), mentre l'unica ottenuta da Roma è alla voce intensità energetica.
In testa la Gran Bretagna. Al momento di tirare le somme, chi fa meglio non va però oltre il semaforo giallo. Chi arriva al vertice giapponese con le referenze migliori è il terzetto composto da Gran Bretagna, Francia e Germania. Italia e Giappone sono invece a centro classifica, mentre a chiudere ci sono Russia, Canada e Stati Uniti, un trio da luce rossa.
La pagella italiana. Al semaforo finale il nostro paese "passa" con il giallo, ma il giudizio complessivo dei "vigili" ambientalisti è comunque severo. "Le emissioni dell'Italia - si legge nel rapporto - aumentano costantemente e sono notevolmente al di sopra degli obiettivi di Kyoto. L'Italia ha avviato alcuni sforzi, ma sono in atto solo poche misure nazionali per ridurre le emissioni e ancora non hanno prodotto risultati significativi". Ancora una volta a salvarci, o quanto meno a mitigare i danni, è l'essere costretti all'azione da Bruxelles. "Tuttavia - è scritto ancora in Scorecards - quale stato membro Ue, l'Italia appoggia gli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2020 nonché gli obiettivi in materia di risparmio energetico e rinnovabili", anche se "il Piano nazionale di Allocazione di quote di emissione italiano è modesto".
I compiti dei G8. Un quadro poco rassicurante rispetto a quella che secondo il Wwf dovrebbe essere la portata dell'impegno a fronte dell'emergenza riscaldamento globale. "Segnali positivi ce ne sono - spiega Mariagrazia Midulla, responsabile clima della sezione italiana - quello che ancora manca è la coerenza: Londra guarda al futuro con una capacità strategica notevole, ma fa poco sulle rinnovabili. Berlino su eolico e solare ha fatto invece un lavoro straordinario, ma rimane ambigua sul carbone e sui trasporti".
I paesi del G8, sottolinea ancora il documento dell'associazione ambientalista, "hanno la maggiore responsabilità e devono assumere la guida, impegnandosi a drastici tagli nelle proprie emissioni, nell'ordine di una riduzione almeno tra il 25% al 40% entro il 2020". "Essi - mette ancora in guardia il Wwf - hanno inoltre la responsabilità di guidare la cooperazione globale sul clima con Brasile, Cina, India, Messico, Sud Africa e gli altri paesi in via di sviluppo. Compito loro è incoraggiare lo sviluppo sostenibile attraverso il trasferimento di tecnologie e il sostegno finanziario. Mandando un segnale politico di appoggio alla cooperazione internazionale e a target ambiziosi di taglio delle emissioni di CO2, il G8+5 di quest'anno può anche aiutare a far sì che le prossime trattative Onu sul clima, il prossimo dicembre a Poznan, in Polonia, siano un successo".
Motivi di ottimismo. Qualche elemento di ottimismo per il raggiungimento di questi obiettivi, Scorecards comunque li sottolinea. "Il funzionamento del piano Ue di scambio emissioni - si legge ancora nel rapporto - è stato migliorato e ha portato ad allocazioni più rigorose nella fase 2008-2012. La messa all'asta di quote di emissioni potrà creare nuove risorse finanziarie per la mitigazione". Inoltre, "mentre le azioni a livello federale in Canada e Usa sono insufficienti, le attività degli stati sono molto incoraggianti".
Verso Kyoto 2. "Questo G8 - conclude Mariagrazia Midulla - è un passaggio decisivo in vista delle trattative per l'estensione e il rafforzamento del Protocollo di Kyoto, mi auguro che si riesca a fare dei passi avanti, senza abbassare l'asticella degli obiettivi. Il messaggio degli scienziati è chiaro: contenere l'aumento della temperatura entro i due gradi potrebbe non bastare".
fonte: repubblica.it
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giovedì 3 luglio 2008
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