giovedì 17 luglio 2008

Tremonti: «Numeri negativi E la crisi può aggravarsi»

Il governo Berlusconi non ha ereditato «nessun tesoretto, nessuna ricchezza giacente o nascosta. Da tutte le parti ci sono numeri col segno «meno. E la crisi può aggravarsi». Ad affermarlo è il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, intervenendo il Aula alla Camera all'inizio della discussione sulla manovra. Tremonti ha ricordato che nel 2007 il rapporto deficit-Pil era all'1,9% e la crescita era stimata a +1,5%; e che a giugno 2008 i dati erano già peggiorati al 2,5% e allo 0,5%.

STOP STORIA FINANZIARIA NEGATIVA - «Così si interrompe una storia finanziaria negativa che ci ha portato ad avere il terzo debito pubblico al mondo senza essere la terza economia mondiale» ha proseguito Tremonti nel corso del suo intervento sul decreto legge. Il ministro rivendica dunque il nuovo «metodo» inaugurato con l'anticipo delle misure della finanziaria che prima «occupava nove su 12 mesi».

DEFICIT E SICUREZZA - Poi ha parlato dei conti pubblici: «Ridurre il deficit non aumentando le tasse». Questo l'obiettivo in cui il governo «si riconosce perfettamente». Per la sicurezza sono in arrivo 400 milioni di euro. Il ministro ha letto una dichiarazione del capogruppo al Senato Maurizio Gasparri che descrive gli interventi del decreto legge sulla manovra che appunto spiega come per il settore delle Forze dell'ordine sono stati stanziati nel complesso 400 milioni di euro.

ROBIN TAX - Misure come la Robin tax non avranno ricadute negative sulle famiglie, afferma Tremonti. Il ministro, infatti, rivendica l'esistenza «delle tasse sulla società, che hanno un valore costituzionale profondo. Rifiutiamo l'idea - aggiunge - che l'imposta ottima sia quella sugli operai. Ed escludiamo fenomeni di traslazione». I quattro miliardi di entrate aggiuntive derivanti dall'introduzione della Robin tax «andranno tutti al settore sociale».

NO TAGLI A SANITÀ - Nel 2009 e nel 2010 non ci sono interventi riduttivi per quanto riguarda la sanità e all'opposto è stato finanziata l'abolizione del ticket sulla diagnostica. Solo per gli anni successivi arrivano «misure di contenimento» della spesa.

FEDERALISMO FISCALE - Alla base del progetto del federalismo fiscale «è fondamentale un accordo su una preventiva condivisione dei dati di finanza pubblica». E che la sede «sia la Camera dei deputati e non la sede del Governo». Dati condivisi - ha spiegato Tremonti - «su entrate, uscite, stock e dinamiche. Poi siamo aperti a tutte le scelte, senza pregiudiziali programmatiche o ideologiche». L'unico «obiettivo - ha aggiunto - è l'avvicinamento quanto più possibile fra la cosa amministrata e la cosa tassata». Secondo il ministro, inoltre, nella creazione del federalismo fiscale è essenziale oltre al coinvolgimento delle Regioni anche quello della «dimensione municipale».

NOTAIO E BANCA DEL SUD - «Per i trasferimenti delle società non ci saranno più i notai. Una novità che produce risparmi per circa 300 milioni di euro». «Io credo profondamente nella Banca del Sud»: afferma Tremonti. Il «mezzogiorno è l'unica area europea a essere «debancalizzata». L'esperimento potrà incontrare delle difficoltà - aggiunge - ma dico no a un cinico fatalismo che condanna il Sud a non avere una banca». Per quanto riguarda i «soldi pubblici, vietati da Europa» Tremonti assicura che «non ci sarà una replica del passato».

INFRASTRUTTURE - «L'intenzione del Governo è per un uso attivo della Cassa Depositi e Prestiti» sul fronte dei progetti infrastrutturali. Annuncia Tremonti: «Finora - ha aggiunto - Cdp ha avuto un ruolo relativamente inattivo», mentre l'Esecutivo pensa che debba «provvedere non solo ai capitali e ai finanziamenti, ma anche alla regia delle grandi opere».

OPPOSIZIONI PROTESTANO - L'annuncio del maxiemendamento del governo alla Manovra economica nell'Aula della Camera ha scatenato la reazione dell'opposizione. «L'Aula non conosce il testo su cui si intende porre la fiducia. E allora che discussione generale facciamo? Sarà solo un dibattito accademico, senza avere la minima conoscenza delle cose introdotte. Come si procede così?», dice Michele Ventura del Pd. Durissimo Fabio Evangelisti dell'Idv: «Dire che sia una vergogna è poco. Siamo davanti all'ennesima prevaricazione del governo sul Parlamento. Ed è una vergogna». E Bruno Tabacci (Udc) ribadisce che «così non ha senso procedere». Roberto Giachetti (Pd) si appella al regolamento. Protesta l'on. Roberto Giachetti del Pd. «Nel momento in cui lei, presidente Fini, preannuncia prima del dibattito generale sulla manovra, che il governo preannuncia la fiducia, ecco lei presidente Fini non troverà un precedente simile»

fonte: corriere.it

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