TRICHET: «RESTANO RISCHI AL RIALZO PER L'INFLAZIONE» - «La decisione è stata presa per prevenire effetti di "second-round" sui prezzi, perché restano rischi al rialzo per l'inflazione nel medio periodo». Lo ha detto il governatore della Bce, Jean-Claude Trichet, nel corso della conferenza stampa a commento della decisione odierna di rialzare i tassi dello 0,25%, sottolineando che «i prezzi al consumo rimarranno alti per un periodo più lungo di quanto previsto». «Non ci siamo impegnati in modo preventivo sulle future mosse sui tassi». ha poi aghgiunto il presidente della Bce, rispondendo a chi gli chiedeva di fare luce sulle prossime mosse dell'Eurotower sui tassi di interesse. «Rimaniamo fermi sul nostro mandato, la Bce fa quello che è necessario per ottenere la stabilità dei prezzi». L'inflazione, ripete, «rimane la principale preoccupazione, dei cittadini di Eurolandia, da qui la decisione odierna» che, sottolinea, «è stata presa all'unanimità». E infine una stoccata: «Chi lascia galoppare i prezzi uccide Pil e lavoro»
BORSA E PETROLIO - A pesare sui listini non c'era solo il previsto aumento dei tassi, ma anche i record del petrolio: il Brent ha raggiunto infatti i 146,34 dollari, per poi ripiegare leggermene sotto quota 146, e il Wti ha toccato i 145,44 dollari. A Milano l'indice Mibtel a fine mattinata perde circa l'uno per cento, in sintonia con quanto avviene su tutte le piazze europee dopo le flessioni di Wall Street e delle Borse asiatiche. La discesa colpisce tutti i principali valori, con particolare riferimento sui titoli energetici, tecnologici e industriali. Le poche eccezioni riguardano alcuni bancari e Impregilo, con quest'ultima che beneficia dell'annullamento del sequestro preventivo nell'ambito dell'inchiesta sui rifiuti in Campania.
EURO - In attesa del rialzo dei tassi, l'euro si era portato a 1,5902 sul dollaro, il livello più alto dal 24 aprile scorso, poi calando sotto quota 1,59. Il 22 aprile la moneta unica europea aveva toccato il record a 1,6019 dollari.
MUTUI - Il rialzo dello 0,25% sul un mutuo di 100 mila euro equivale a un aggravio di 168 euro all'anno. Lo rende noto l'associazione di consumatori Adusbef:, secondo la quale nelle tasche di circa 3 milioni di famiglie italiane alle prese con il mutuo sono usciti circa 2 mila euro in tre anni. Se per i mutui da 100 mila euro gli aumenti varieranno tra i 1.588 euro (per i decennali) ai 2 mila l'anno (per i trentennali), ben maggiore sarà la stangata per quelli da 200 mila euro. Si parla, infatti, di un aggravio minimo (per i decennali) di 3.177 euro l'anno, fino ad arrivare per i trentennali a +3.950. Dal 2,25% nel 2005, infatti, i tassi sono ora giunti al 4,25%, esattamente 2 punti percentuali in più. La scelta di adoperare tassi variabili al posto dei fissi che nel 2005 si attestavano sul 3,5%, rende impossibile, per molte famiglie, sostenere le rate dei mutui. Con il risultato che in Italia c'è un +27% sulla media dei pignoramenti delle abitazioni acquistate.« Le banche - sostiene l'Adusbef - hanno attirato nella loro trappola molte famiglie che con le rate fisse, rapportate ai parametri del reddito, non sarebbero mai riusciti a comprarsi una casa. Proponendo tassi variabili, inizialmente minori, hanno dato consigli cattivi e interessati».
fonte: corriere.it
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