SERVIZI MIGLIORI E MENO TASSE - Draghi ha anche suggerito al governo di pensare allo stato del bilancio dello Stato: «La politica economica - ha detto - deve ora abbattere il debito e contribuire alla ripresa della crescita con servizi pubblici migliori e una riduzione del carico fiscale». In particolare, per il governatore, «la riduzione delle aliquote d'imposta gravanti su lavoratori e imprese rafforzerebbe gli interventi volti a dare sostegno alla crescita». Questo intervento «diminuirebbe le distorsioni dell'attività economica e migliorerebbe la posizione competitiva delle nostre imprese». Draghi ha chiesto anche, «qualora si delineasse un andamento congiunturale più favorevole di quello atteso» di «restituire il drenaggio fiscale per sostenere il reddito disponibile delle famiglie».
LE CRITICHE ALLA ROBIN HOOD TAX - «L'inasprimento del prelievo a carico delle banche - ha poi rilevato il numero uno di via Nazionale - potrebbe riflettersi sulle condizioni offerte ai depositanti e ai prenditori di credito e in minori risorse per gli intermediari da accantonare a patrimonio». Un concetto, questo, che era stato evidenziato anche dalla Corte dei conti (sempre durante un'audizione sul Dpef) secondo cui «è concreto il rischio che il maggior prelievo possa essere traslato sui consumatori attraverso un aumento dei prezzi praticati sui prodotti, o su altri soggetti economici, con un effetto ad esempio sui salari reali dei lavoratori impiegati nei settori colpiti».
IL PUBBLICO IMPIEGO - Il governatore di Bankitalia ha mostrato indirettamente di condividere la battaglia del ministro Brunetta per un incremento della produttività del pubblico impiego. Un traguardo considerato «la sfida più importante e difficile per risanare i conti pubblici e sostenere la crescita dell'economia». «Gli interventi - ha spiegato il governatore riferendosi in particolare all'inasprimento dei limiti per il turn over - appaiono sostenibili solo in presenza di una incisiva riorganizzazione del lavoro pubblico che ne innalzi la produttività. L'introduzione di nuovi sistemi di valutazione del personale, la valorizzazione del merito e la maggior responsabilizzazione dei dipendenti pubblici che il Governo intende perseguire con apposita legge delega, vanno in questa direzione».
«ALLUNGARE ETA' PENSIONABILE» - Draghi ha poi chiesto di valutare anche politiche di lungo termine sul fronte previdenziale. «Occorre proseguire nella rimozione dei vincoli e dei disincentivi che tengono lontana dal lavoro un'ampia quota della popolazione meno giovane - ha detto il governatore -. Al fine di contenere la spesa e assicurare ai pensionati futuri pensioni adeguate, andrà tuttavia accresciuta nel medio-lungo periodo l'età media effettiva di pensionamento. L'abolizione del divieto di cumulo muove nella direzione di aumentare il tasso di attività dei cittadini e di 60 e più anni, che in Italia è ancora relativamente basso».
IL FEDERALISMO FISCALE - Non ci sono però solo le politiche del governo. Secondo Draghi «anche il contributo alla correzione del saldo richiesto agli enti territoriali è considerevole». «Per un giudizio ponderato - ha sottolineato - occorre attendere la riforma del Patto di stabilità interno e il disegno di legge sul federalismo. Le modalità di realizzazione del federalismo fiscale saranno cruciali per rendere sostenibile il contenimento della spesa accrescendone l'efficienza e l'efficacia». E questo anche perché il «decentramento offre la possibilità di calibrare l'offerta di servizi ai bisogni delle collettività locali e nel contempo consente agli elettori di giudicare con più immediatezza la qualità dell'azione pubblica. Per realizzare questi benefici occorre che il decentramento sia fondato su un sistema di responsabilità chiaro e coerente».
fonte: corriere.it
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