Non è più solo politica la battaglia scoppiata, a Palermo, sull'aumento del 30% della tassa sui rifiuti previsto in una delibera della giunta di centrodestra guidata dal sindaco Diego Cammarata. Alla dura reazione dei consiglieri di opposizione, che stanno paralizzando la discussione sul provvedimento attraverso una pioggia di emendamenti - oltre 1.200 - si aggiunge ora la rivolta dei dipendenti dell'Amia, l'ex municipalizzata che gestisce la raccolta della spazzatura. Preoccupati che la profonda crisi finanziaria dell'azienda determini tagli di personale, gli operai, da giorni, si astengono dal lavoro straordinario.
"È la maggioranza che li istiga facendo credere loro che dalla bocciatura della delibera deriveranno licenziamenti", dice Mimmo Russo, capogruppo del Mpa al consiglio. Il partito del governatore Lombardo sulla vicenda si è schierato contro il sindaco. Un gruppo di dipendenti Amia la notte scorsa ha aggredito e verbalmente i consiglieri di opposizione che, al termine dell'ennesima maratona notturna a Palazzo delle Aquile, sono stati costretti a uscite dal Municipio scortati dalla polizia. Ma a fare la spesa della protesta "preventiva" degli operai sono anche i cittadini. La sospensione dei turni di raccolta straordinari dei rifiuti, duramente stigmatizzata da Cammarata, ha avuto effetti immediati. La città - dai quartieri residenziali di via Libertà, salotto buono di Palermo, ai rioni popolari che ospitano i mercati storici - è invasa dall'immondizia.
La vicenda, comunque, ha anche risvolti paradossali: a sottolinearli è il consigliere comunale del Pd Maurizio Pellegrino, che ha indicato, tra i principali evasori della Tarsu, la fondazione Teatro Massimo, presieduta dallo stesso sindaco di Palermo. Cammarata, in qualità di vertice dell'ente che gestisce il teatro, dunque, sarebbe debitore nei confronti del Comune di 101.826,52 euro. La complicata questione del deficit dell'Amia si gioca, inoltre, anche sul piano giudiziario: gli ex vertici dell'azienda sono finiti sotto inchiesta per abuso d'ufficio. Il reato però sarebbe destinato alla prescrizione. La querela del sindaco avrebbe potuto evitarla e consentire un eventuale condanna al risarcimento degli indagati con beneficio per le casse vuote dell'azienda. Cammarata, però, sentito dai pm, e sollecitato duramente dall'opposizione, l'esposto non l'ha mai presentato.
fonte: lanuovaecologia.it
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