lunedì 21 settembre 2009

Ponza, la centrale inquina e dalla spiaggia esce gasolio

Una settantina di esposti, una dozzina di denunce, alterettante interrogazioni parlamentari, tre ricorsi amministrativi, ma la centrale che a Ponza produce energia per l'isola laziale sta ancora lì, in pieno centro, a tre metri dalla spiaggia di Giancos, tra l'andirivieni di auto, moto e dei passanti. Non sono bastati neanche i recenti versamenti di gasolio nelle abitazioni vicine e sull'arenile a creare l'allarme. Nafta a catinelle che ha inquinato la spiaggia: "Scavando la sabbia", mostra Enzo Mazzella ormeggiatore di natanti e imbarcazioni proprio accanto alla centrale, "si tira su petrolio come fossimo negli Emirati arabi".

Ispezioni della guardia di finanza, dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, dei vigili urbani. Verbali e riunioni in Comune e tutto va avanti come prima. Da un trentennio la Società elettrica ponzese continua a produrre energia a trenta centimetri dalle abitazioni, a pochi metri dagli ombrelloni e dalle barche alla fonda nel porto dell'isola, sopra passanti e veicoli che corrono sul Lungomare Cesarano. Ormai è nera di fumo la perlite candida del promontorio di Giancos.

Già nella seconda metà degli anni Venti, quando la "Società anonima elettrica ponzese" accese il primo motore del gruppo elettrogeno, fu protesta e rivolta. Il Piano regolatore del '77 l'avrebbe voluta sul pianoro di Capo Bianco. E negli anni '50 l'Amministrazione comunale continuava a ripetere che sì, quello era il posto giusto. "Il rumore dei motori si faceva sentire anche dai sordi", ricorda Mazzella, "e le vibrazioni lo accompagnano giorno e notte". Le esalazioni di ossido di carbonio, con il ponente, si respirano dalla strada, dall'arenile, dalle barche. Prima del potenziamento dei motori, quella miscela di suoni e oscillazioni minuscole continue - scriveva nel 1984 un perito incaricato dal Tribunale - erano "equivalenti a 30 motori diesel da 1.300 centimetri cubici, sempre accesi", in uno spazio chiuso alle spalle dalla roccia con a lato una galleria.

Ora, anche i versamenti di gasolio.

fonte: repubblica.it

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