La forbice tra la media dei prezzi al consumo della benzina in Italia e la Ue-15 è di 7,4 centesimi di euro al litro. Lo attesta l'ultima rilevazione del ministero dello Sviluppo Economico, secondo la quale invece il divario per i prezzi industriali si attesta a 5 centesimi. Sempre per i prezzi al consumo, quelli del gasolio sono più alti di quasi 10 centesimi (9,5 per l'esattezza) rispetto alla media della zona euro. Il divario tra i prezzi medi nella Penisola e quelli medi di Eurolandia si attesta così ai massimi dall'inizio dell'anno. E' per questo che il 4 agosto il ministro Bersani ha annunciato di aver convocato per il 10 agosto i petrolieri al ministero: "Vogliamo capire", ha spiegato ieri in un'intervista, riferendosi proprio all'eccessivo divario, sempre più ampio, tra le medie italiane e quelle europee. "Il problema dei prezzi che abbiamo sollevato - ha detto a proposito il premier Romano Prodi - non era inesistente visto che un calo, sia pur minimo, c'è stato".Con un prezzo medio 'alla pompa' di 1,349 euro al litro l'Italia non solo sorpassa di 0,074 euro al litro la media della zona euro (1,275) ma si pone a 5,5 centesimi in più della media dell'intera Europa a 25 (1,294 euro-litro). Sul fronte del gasolio che vede nella Penisola un'auto diesel su tre, invece, il 'divario' arriva a 0,095 euro al litro nei confronti dell'Eurozona: 1,173 euro il prezzo Italia contro 1,078 medio in Eurolandia. Prezzo nettamente più alto, 6,4 centesimi in più, anche nei confronti dell'intera Europa che mostra un prezzo medio di 1,109 euro a litro. Da Bruxelles la Commissione Europea fa sapere di "seguire con grande interesse la questione", ma, spiega il portavoce Martin Selmyer, di non vedere "in questo momento alcun motivo per intervenire". Non ci sono neanche ragioni di preoccupazione, aggiunge Selmyer: "Non siamo preoccupati, guardiamo all'economia e la seguiamo con grande interesse". Le associazioni dei consumatori sono tornate a contestare aspramente gli aumenti.
Il Codacons ha proclamato lo sciopero bianco degli automobilisti il giorno di Ferragosto per far fronte alle "speculazioni" dei petrolieri sul prezzo della benzina. Adiconsum e Aduc chiedono un intervento del governo perché "rompa il mercato oligopolistico". Adusbef e Federconsumatori si rivolgono invece all'Antitrust, perché indaghi sulle "speculazioni seriali ormai insopportabili sul prezzo dei carburanti". Il Codacons invita a boicottare le pompe di benzina, chiedendo ai cittadini di "non utilizzare l'automobile per i loro spostamenti nel giorno di Ferragosto, preferendo mezzi di trasporto alternativi come biciclette, treni o pullman e, laddove sia impossibile rinunciare alla macchina, limitare fortemente i consumi", afferma in una nota il presidente del Codacons Carlo Rienzi. Ma le altre associazioni dei consumatori puntano il dito anche contro chi, come il governo o l'Antitrust, dovrebbe indagare e frenare le speculazioni, e non lo fa. Adusbef e Federconsumatori, sottolineano in una nota, chiedono a governo, Antitrust e Procure della Repubblica un approfondimento sui "coincidenti, concordanti e sincronici aumenti da parte di tutte le compagnie operanti in Italia, che si verificano -guarda il caso- proprio durante la maggiore domanda,ossia quando milioni di famiglie prendono le auto per raggiungere le località di vacanza". Mentre l'Aduc chiede al governo, oltre che di "rompere il mercato oligopolistico", di garantire la stabilità dei prezzi agendo sulle accise e di "aprire il mercato dei distributori ad altri soggetti, per esempio i centri commerciali". Anche l'Adiconsum si rivolge al governo, chiedendo una revisione radicale sui meccanismi di mercato, per evitare anche che "a Natale, altro periodo di massimo consumo, gli automobilisti si trovino di fronte ad un altro forte aumento".
fonte: repubblica.it
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martedì 7 agosto 2007
Benzina: 7,4 cent oltre la media Ue
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