Vittorio Leone, Ordinario di Protezione dagli incendi, ecologia del fuoco e restauro aree percorse, Università della BasilicataManca un servizio antincendi. Anche il satellite fallirebbe se a terra non c'è una struttura che opera tempestivamente. Le pinete di Pino d'Aleppo posseggono una straordinaria resilienza, cioè capacità di ritornare alle condizioni di equilibrio dopo l'azione di un fattore di disturbo. Non snaturare il Gargano– Tristi primati e inadempienze– Solo improvvisazione– Lasciar fare alla natura: i boschi di pino risorgeranno– No al decespugliamento sì ai diradamenti dal basso- Ma i turisti non hanno abbandonato PeschiciA meno di una settimana dal tragico rogo di Peschici, argomento sul quale si sono registrati interessanti contributi di esperti, meno esperti ed incursori vari della materia, vale la pena fornire qualche indicazione più oggettiva e meno emotiva sul problema incendi nel territorio del Gargano.Ritengo sia necessario farlo quando i clamori della cronaca si sono acquietati e quando altre notizie premono e faranno presto dimenticare l'accaduto e scendere il livello di attenzione per un fenomeno che invece resta con tutta la sua gravità a caratterizzare l'intero promontorio del Gargano.L'episodio infatti ha profondamente colpito l'opinione pubblica per via dei morti e della forzata evacuazione dei bagnanti, ma purtroppo non è il primo di tali dimensioni che coinvolga le attività turistiche del promontorio e non sarà purtroppo l'ultimo, poiché l'emergenza climatica (non l'emergenza meteo!!!) ormai innegabilmente in atto fa prevedere nell'Europa meridionale, per i prossimi decenni, una notevole esacerbazione del fenomeno incendi legato ad un incremento medio della temperatura di circa 3°C. Cosa voglia significare tale dato ce lo hanno dimostrato i tragici roghi che hanno devastato la penisola iberica nel 2003, 2004 e 2005 in concomitanza con situazioni di temperature elevatissime; si badi bene che le elevate temperature non sono causa di incendio, come sostiene qualche sprovveduto giornalista che tuttora parla di autocombustione, ma sono condizioni soltanto predisponenti: esse rendono più facile la propagazione di un fuoco che un fattore determinate, di solito l'azione antropica, ha innescato e fanno sì che anche una semplice imprudenza possa trasformarsi in un disastro favorendo il dilagare incontrollato delle fiamme, come registrato in Portogallo negli ultimi anni. Il Gargano ha già conosciuto impressionanti roghi che hanno coinvolto strutture turistiche, in particolare Pugnochiuso; nel 1971, a metà degli anni 80 e nell'agosto 1988. Anche allora lo scenario meteo era il medesimo: giornate molto ventose, vento caldo e secco da terra che si ingolfava verso mare incuneandosi nel vallone che porta alla spiaggia.Anche allora si parlò di dolo (legato nel primo caso alla sorveglianza antincendio interrotta, nel terzo caso a problemi connessi con il bracconaggio attivo nell'azienda faunistico venatoria).
fonte: vglobale.it
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mercoledì 1 agosto 2007
Incendi sul Gargano – Che gli interventi non siano peggiori del male
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