Cinque pagine per difendersi dalle accuse di impresa produttrice di computer più inquinante al mondo. Cinque pagine per cercare di riconquistare la fiducia dei "verdi" patiti anche di tecnologia. Steve Jobs ha deciso di scrivere una lettera, dal titolo "A greener Apple" e pubblicata sul sito dell'azienda, per rispondere, punto per punto, a Greenpeace che lo aveva messo sotto accusa per l'utilizzo di sostanze tossiche nella produzione delle sue meraviglie tecnologiche e per la politica poco chiara in termini di recupero e riciclaggio. Cinque pagine per dire che Apple è già "verde" e che in futuro - cosa più importante - lo sarà ancora di più. Nella lettera Jobs scrive che Apple, di solito insuperabile per strategia comunicativa, non ha fino ad ora voluto dare troppa visibilità a quello che ha iniziato a fare da tempo per migliorare la propria politica ambientale. La società di Cupertino, dice Jobs, ha già eliminato alcune sostanze tossiche dalla produzione e che altre ne toglierà entro la fine dell'anno. Quanto al riciclaggio Apple, aggiunge Jobs, non avrebbe nulla da invidiare alle altre imprese visto che soddisfa la norme RoHS, ovvero la direttiva comunitaria 2002/95/CE che prevede il divieto e la limitazione di utilizzo, tra l'altro di piombo, mercurio e cadmio nella costruzione di vari tipi di apparecchiature. A riprova della sua tesi, Jobs ha sottolineato come Apple non produca più, da metà 2006, i monitor Crt, ovvero quelli che contengono piombo, mentre alcuni suoi competitor lo fanno ancora.
Quanto all'attività di riciclaggio e di smaltimento, Jobs ha sottolineato come la sua impresa ricicli prodotti nell'82 per cento dei paesi dove vende computer e lettori musicali e che nel 2006 il volume degli Apple reciclati raggiungeva il 9,5 per cento dell'intera produzione. Ma ci sono anche le promesse. Per il futuro Jobs ha annunciato che Apple, entro la fine del 2007, presenterà i primi schermi senza arsenico e comincerà a vendere i primi Mac con schermo a Led senza utilizzare mercurio. La società di Cupertino porterà al 93 per cento il numero dei paesi dove realizza programmi di riciclaggio e nel 2010 i Mac riciclati arriveranno a coprire il 28 per cento dell'intera produzione. In questa specie di annunciata "rivoluzione verde" Jobs ha anche promesso che l'impresa aggiornerà con frequenza gli investitori in merito alle attività ambientali dell'impresa californiana. Il Ceo di Apple ha anche risposto all'accusa di non avere un chiaro piano rispetto all'eliminazione dei PVC e dei ritardanti di fiamma. "Noi - ha scritto Jobs - abbiamo cominciato ad eliminare il PVC dodici anni fa e i bromurati ritardanti di fiamma nel 2001 e entrambi li elimineremo completamente entro la fine del 2008". Un paragrafo, infine, è stato dedicato anche alla politica ambientale relativa all'iPod. "Nei 150 negozi Apple degli Stati Uniti prendiamo indietro gli iPod usati e offriamo come incentivo uno sconto del 10 per cento per l'acquisto di nuovi prodotti". Come nel più degno degli epistolari, non è mancata la risposta di Greenpeace. "Ieri sera Steve Jobs - ha dichiarato l'organizzazione ambientalista - ha deciso di regalarci una Apple più verde, accettando una parte delle richieste che Greenpeace, insieme a tanti Mac fan chiedevano da tempo". La scelta di rendere più trasparenti le scelte ambientali e "la dichiarazione di voler eliminare alcune sostanze tossiche dai suoi prodotti viene visto come un concreto passo avanti." Ma l'organizzazione ambientalista non ha mancato di sottolineare che l'impresa di Cupertino deve fare ancora di più. "Ora aspettiamo il momento in cui Apple dichiarerà di mettere sul mercato il primo prodotto privo di sostanze tossiche e di adottare un politica mondiale di recupero e riciclaggio che al momento avviene solo negli Usa".
fonte: repubblica.it
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giovedì 3 maggio 2007
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