Preannunciano nuove terapie per i malati di cuore i 75 ricercatori che lavorano con Sir Magdi Habib Yacoub, cardiochirurgo di origini egiziane noto soprattutto per il record mondiale di trapianti. Hanno ottenuto tessuto di valvole cardiache coltivando in laboratorio staminali umane prelevate dal midollo osseo. Entro l'anno, anticipano i quotidiani inglesi, contano di avviare la sperimentazione per osservare se, iniettate nei cuoricini di topi, queste cellule riescono a ricreare le intere valvole. Se positivi, i risultati potrebbero preludere ai test sull'uomo da avviare fra tre anni.
LA RICERCA — La solita notizia azzardata, una delle tante da archiviare nel faldone di quelle destinate a non avere seguito? Trattarle con cautela è d'obbligo, anche se dietro c'è un personaggio di tutto rispetto, da anni impegnato a studiare i meccanismi alla base delle malattie cardiache. Dopo il pensionamento dall'Imperial College di Londra nel 2001, Sir Magdi ha continuato a lavorare all'Harefield Hospital senza mai deporre la sua ambizione. Obiettivo, rigenerare l'intero muscolo cardiaco nel giro di dieci anni. Una delle tessere del complicato puzzle è costituito dalle valvole. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità da qui al 2010 circa 600 mila persone al mondo avranno la necessità di sostituirle. Ora si utilizzano quelle artificiali che hanno un buon rendimento: «Le complicazioni collegate a questo tipo di interventi sono molto ridotte rispetto al passato — rassicura i pazienti Massimo Volpe, ordinario di cardiologia all'università «La Sapienza» —. La chirurgia è abbastanza sicura ormai e in diversi centri italiani è possibile sottoporsi a operazioni non invasive, via catetere. Tuttavia la disponibilità di una terapia fisiologica è sicuramente importante». Il gruppo di Harefield ritiene che valvole umane, geneticamente ritagliate per il malato, garantiscano comunque una migliore resa azzerando il rischio di rigetto e complicanze. In ogni caso significherebbe avvicinarsi al traguardo dell'intera ricostruzione del cuore. Per affrontare la sfida Yacoub ha arruolato una squadra di biologi, ingegneri molecolari, farmacologi, clinici e fisiologi. Il primo rapporto completo dell'attività della task force londinese sarà presentato in agosto alla Royal Society, di cui il cardiochirurgo egiziano è membro. Per ottenere tessuto valvolare, spiega Adrian Chester, uno dei ricercatori, sono state coltivate cellule staminali sistemate attorno a un supporto in collagene. Sono stati ottenuti tre piccoli dischetti che probabilmente entro l'anno saranno impiantati in animali, pecore o maiali.
LE REAZIONI — «E' una linea di ricerca promettente, nulla di più. Prima di un'eventuale applicazione sui malati ci vorrà molto tempo, ma vale la pena insistere», commenta Volpe, impegnato a sua volta in studi su geni collegati a malattie cardiache (ultimo articolo apparso su Pnas, condotto con Piero Anversa). A suo parere l'ambizione di riprodurre un intero cuore è eccessiva: «E' un organo composto da tessuti complessi, con geometria di forma, conduzione elettrica, sistemi complicati, guardiamo ad esempio il miocardio. Ogni parte ha la sua strategia e rimpiazzarla non è facile. Per quanto riguarda la valvola è probabile riuscire a ripararla, ma non sostituirla a meno di non ipotizzare di cambiare anche l'apparato di sostegno». Volpe ricorda i non eccellenti risultati delle cure antinfarto con iniezioni di staminali. Con queste cure non sono stati infatti osservati vantaggi a livello di sopravvivenza dei pazienti.
fonte: corriere.it
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martedì 3 aprile 2007
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