Una nuova politica contro i gas-serra al vaglio di Pechino. Lo rivela un consulente del governo in materia energetica. Mentre Chirac lancia da Parigi l'Uneo: un nuovo organismo Onu per la eco-governance.
Anche la Cina si appresta a scendere in campo contro i cambiamenti climatici. La notizia viene da un esperto di politiche climatiche presso l'Università del Popolo di Pechino, Zou Ji, secondo il quale sta per essere varato un documento discusso durante gli ultimi due anni da diversi ministeri e agenzie statali. «E' la prova che la Cina sta avendo
un'attenzione crescente per la questione ambientale» ha detto Zou, che è anche consulente del governo, commentando la scarsa attenzione dedicata da Pechino al rapporto sul clima appena presentato dalle Nazioni Unite a Parigi. Il documento in effetti sarebbe il primo del genere nella Repubblica popolare che figura tra i maggiori produttori al mondo di gas-serra: secondo l’Agenzia internazionale per l'energia, potrebbe scalzare gli Stati Uniti dalla prima posizione nel giro di due anni. Ma altre novità a livello internazionale si preparano, dopo il rapporto shock presentato la scorsa settimana dall’Ipcc,. Quaranta paesi infatti, fra cui l’Italia, hanno già risposto positivamente alla proposta uscita sabato dalla Conferenza sulla governance del clima promossa dal presidente Chirac: creare un nuovo organismo dell’Onu che salvi il pianeta dal collasso climatico. «Noi tutti qui presenti, cittadini della Terra, appoggiamo gli sforzi delle nazioni che si mobilitano, in un clima di sovranità condivisa, per rafforzare la governance internazionale dell'ambiente» si legge nell'appello letto al termine della conferenza da Chirac. Fra i sottoscrittori ci sono molti paesi europei, nordafricani e sudamericani oltre a diversi Stati poverissimi
come la Cambogia o il Burkina Faso. Ma sull’altro piatto della bilancia rimangono gli Stati Uniti e la stessa Cina (oltre a India e Brasile, preoccupati soprattutto dallo sviluppo interno e dalla lotta alla miseria) che non vedono con favore i tentativi di controllo sopranazionale su energia e politiche industriali. Contrarie anche alcune ong che temono invece la nascita di un nuovo “carrozzone”, il cui nome sarebbe Uneo, incapace di dare risposte concrete in tempi brevi. Nel concreto si tratterebbe comunque di trasformare l'attuale Programma ambientale delle Nazioni Unite (Unep, con sede a Nairobi) in un'organizzazione autonoma sul modello dell'Organizzazione mondiale della Sanità. Positivo il commento del ministro Alfonso Pecoraro Scanio di ritorno dalla conferenza di Parigi: «L’appello affronta un tema vero: non c'è un'autorità mondiale che si occupi del problema climatico. Ma anche su scala nazionale - ha avvertito il ministro - dobbiamo dire basta ai rinvii e mettere in campo al più presto riforme radicali per l'ambiente adeguate all'enorme sfida che i cambiamenti climatici richiedono». Il prossimo appuntamento degli “Amici dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'ambiente” si terrà in Marocco a primavera.
Utilità del blog per un'Azienda come la nostra, vi chiederete... informare, vi rispondiamo!...IN-FORMA COLLAGE
martedì 13 marzo 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento