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L'Associazione europea delle compagnie low-cost (Elfaa) si oppone ad includere le compagnie aeree nel sistema di scambio delle emissioni (Ets), così come proposto dal Parlamento europeo. L'inclusione dell'aviazione nell'Ets dovrebbe entrare in vigore dal 2011 e dal 2013 i vettori dovrebbero cominciare a pagare una parte (il 25%) dei loro diritti ad inquinare. Ma i rappresentanti dell'Elfaa - in un incontro stampa a Bruxelles - hanno chiesto agli europarlamentari e al Consiglio Ue di rinunciare ad includere le compagnie aeree nel sistema di vendita all'asta delle emissioni di CO2. L'industria aeronautica - hanno spiegato il segretario generale Elfaa John Hanlon e il dirigente della compagnia Easyjet Andy Harrison - non può aggiungere agli effetti negativi dell'aumento del costo del petrolio, anche i costi aggiuntivi che deriverebbero dallo scambio di emissioni. La vendita all'asta - hanno aggiunto - risulterebbe solo una tassa addizionale senza apportare benefici ambientali. L'incremento triplice del prezzo del petrolio, salito a oltre 130 dollari a barile dai 40 dollari a cui era quotato nel 2005, quando il sistema Ets è stato istituito, costituisce lo sfondo del dibattito all'Europarlamento. Secondo Hanlon, il sistema di scambio delle quote di emissioni deve considerare questa nuova realtà e sostenere le compagnie che investono in nuove tecnologie e soluzioni ecosostenibili, piuttosto che rischiare di tassarle indistintamente e in modo controproducente. "La cessione delle emissioni - ha insistito Harrison - non deve tradursi in una tassa punitiva sulle linee aeree e tanto meno sui passeggeri". fonte: lanuovaecologia.it |
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mercoledì 4 giugno 2008
Emissioni voli aerei, protesta dei low cost
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