Il dipartimento dell'Interno, che negli Stati Uniti si occupa di tutela ambientale, sotto l'amministrazione Bush ignorò un rapporto riguardante i rischi a cui il Grand Canyon sarebbe andato incontro se fosse stata modificata - come avvenuto - la gestione delle risorse idriche derivanti dal fiume Colorado. Per questo motivo un gruppo ambientalista ha denunciato l'amministrazione. Lo riporta il Washington Post, precisando che il nuovo ministro dell'Interno, Ken Salazar, dovrà affrontare come primo appuntamento del suo mandato proprio l'emergenza Gran Canyon.
La precedente amministrazione decise infatti, circa un anno fa, di modificare il sistema di dighe del fiume, per andare incontro alle esigenze delle società che producono energia elettrica e che utilizzano, appunto, l'acqua del Colorado. Nel procedere con questa decisione, l'amministrazione non tenne però in alcun conto le raccomandazioni e i rapporti presenti al riguardo dai consulenti scientifici. Secondo gli scienziati, venne presentato un rapporto che dimostra in modo scientifico quali siano i rischi ambientali cui si espone l'ecosistema del Grand Canyon quando, come invece disposto poi dal provvedimento ministeriale, se si procede a una drastica modifica della portata d'acqua del fiume.
Le conseguenze più gravi sono che si aumenta l'erosione delle spiagge del fiume, e si mette a rischio la sopravvivenza di specie di pesci protette. In pratica si modificano le condizioni di vita e i contorni di uno dei paesaggi più belli d'America, che non a caso è protetto da legislazioni speciali. Il Washington Post precisa che è già stato presentato ricorso contro il provvedimento dell'amministrazione Bush.
fonte: lanuovaecologia.it
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