Un avvio classico e intenso della Conferenza che da subito ha sciorinato costi e dati, pericoli già reali e urgenze d'intervento per mitigare l'avanzare dei cambiamenti climatici. La presenza delle massime autorità dello Stato hanno dato poi un tono di solennità che va al di là della passerella e mette direttamente in primo piano i problemi.Ma gli applausi a scena aperta li ha presi Vincenzo Ferrara, attuale coordinatore scientifico della Conferenza ma con una lunga «frequentazione» dei problemi climatici: dal suo impegno in Enea alla responsabilità di focus italiano dell'Ipcc.Ha segnalato con passione l'urgenza di passare dalle parole ai fatti e con urgenza. A cominciare dall'importanza della comunicazione scientifica seria e non lasciare la voce solo al sensazionalismo, alla necessità che a parlare di clima siano solo quelli che sono competenti e che non basta essere «scienziati» per essere competenti di clima. Ha insistito sull'urgenza dell'adeguamento delle norme (ancora oggi non esiste un piano nazionale sulla tutela delle coste e quello sul turismo diventa sempre più urgente): dalla responsabilità di adeguarsi a Kyoto e a prenderci le nostre responsabilità di paese industriale ed inquinante (anche se siamo, purtroppo, in buona compagnia) e, in generale, a modificare la gestione del territorio tenendo presente che il clima sta cambiando: dall'assetto idrogeologico all'edilizia, dall'inutilità di certi impianti sciistici senza neve alle norme Via e Vas che fanno riferimento al breve termine piuttosto che al tempo di vita del manufatto che si sta realizzando. «Il clima che cambia è oggi il tema trasversale che deve accompagnare tutte le scelte politiche e istituzionali - ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia,fra i relatori alla Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici -. Nessuno può dunque rinviare le scelte obbligate che questo comporta: occorre agire ora, nel nostro paese senza rimandare ad altri la responsabilità. Tagliare le emissioni dei gas serra deve essere una priorità per tutti i settori produttivi, e per questo l'efficienza energetica ed il risparmio hanno una potenzialità enorme, è una strada che si è appena cominciato a percorrere. Sul fronte di quei cambianti del clima ormai inevitabili, e dunque dell'adattamento, qualunque pianificazione territoriale e attività produttiva, dall'agricoltura al turismo, dalle scelte infrastrutturali alla difesa idrogeologica, devono basarsi sul ripristino e restauro dei sistemi e dei processi naturali».Negli articoli di Vincenzo Ferrara, pubblicati nell'ultimo numero di «Villaggio Globale», e che qui mettiamo in risalto nel sommario, tutti i punti all'attenzione dei decisori e temi cruciali di questa Conferenza.
> Serve una rivoluzione culturale
> L'intervento del Ministro
> I costi > La febbre del Pianeta
>Una polizza contro i disastri naturali> Il Mediterraneo la regione più fragile > Il ruolo delle Aree protette
> Hanno detto > Le voci a favore
> Adattamento è sinonimo di prevenzione non di rassegnazione
> Intervenire subito, due le metodologie di approccio
> Come intervenire prima dei danni
fonte: vglobale.it
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giovedì 13 settembre 2007
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