Da chiacchiera nei talk show a concreta proposta politica. Pier Ferdinando Casini, convinto sostenitore della necessità di tornare a puntare sull'energia nucleare, è deciso a far fare un salto di qualità al dibattito sull'atomo, depositando un documento alla Camera. "Presenteremo una mozione in Parlamento per ripercorrere la via del nucleare", ha detto il leader dell'Udc intervenendo a Sky Tg24. "Stiamo perdendo terreno in Europa e nel mondo - ha aggiunto - Paghiamo i costi di energia più alti rispetto a tutti i nostri vicini di casa. Siamo usciti irresponsabilmente dal nucleare per un referendum che fu convocato sotto l'onda emotiva di Chernobyl". Occorre, ha proseguito ancora Casini, "reimpostare seriamente il tema della ricerca sul nucleare, un nucleare sicuro, che non inquini, che rappresenti una fonte di energia pulita". Il nostro, ha denunciato ancora l'ex presidente di Montecitorio, è il paese dei no. "No al nucleare, no ai rigassificatori, no a centrali di smaltimento dei rifiuti, no a tutto quello che colma un ritardo strutturale della modernizzazione dell'Italia. Il mio è un grido di allarme che deve tradursi in proposta politica. Il nucleare non è la bandiera della destra o della sinistra, è una scelta obbligata per un paese che si vuole modernizzare". Aperture alla possibilità di riprendere la ricerca sull'atomo sono arrivate nelle settimane scorse sia dal presidente del Consiglio Prodi sia dal ministro dello Sviluppo economico Bersani. Ma si è trattato di concessioni limitate alla questione della ricerca, mentre la possibilità di riprendere la produzione di energia incontra nell'attuale maggioranza un forte scetticismo. Sono molte infatti le difficoltà che si presenterebbero con il ritorno dell'atomo nel mix energetico italiano. I costi del nucleare sono altissimi e gli investimenti in tutto il mondo languono, mentre nessun paese è ancora riuscito a risolvere in maniera convincente il problema dello smaltimento delle scorie radioattive.
Per quanto riguarda l'Italia la ricerca è poi ferma da anni e la questione della sicurezza, vista l'alta sismicità del territorio, è ancora più delicata. Infine bisogna ricordare che anche partendo domani i primi risultati si potrebbero vedere nel giro di almeno venti anni, mentre l'emergenza del cambiamento climatico e gli obblighi del Protocollo di Kyoto richiedono interventi molti più rapidi.
fonte: repubblica.it
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martedì 18 settembre 2007
Nucleare, Casini preme l'acceleratore
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