A 20 anni dalla firma del Protocollo di Montreal per la riduzione dei Cfc, i paesi firmatari rinnovano l'impegno per salvaguardare il filtro naturale per le radioazioni ultraviolette. Per un completo recupero vanno eliminati anche gli IdroclorofluorocarburiBanca Mondiale: per il petrolio in fumo il gas
Anticipare l'eliminazione degli Hcfc (Idroclorofluorocarburi, utilizzati per rimpiazzare i cfc) per giungere al completo recupero dello strato di ozono stratosferico e ridurre le emissioni di gas serra. E' l'obiettivo del meeting delle Parti sulla protezione dello strato di ozono di Montreal che cade a distanza di 20 anni dalla sigla nella città canadese. Nel corso dell'incontro all'Italia è stato riconosciuto un ruolo importante. Il nostro Paese ha infatti mostrato un impegno costante sin dal momento della ratifica del Protocollo e un ruolo di punta nell'attuazione del trattato a livello nazionale e internazionale. Così il sottosegretario all'ambiente Gianni Piatti: «E' l'accordo tra nazioni di piu' grande successo. Dopo la sua ratifica il 16 settembre 1987 - dice riferendosi al protocollo di Montreal sulla protezione dello strato di ozono - questo trattato, voluto da 192, Paesi e' riuscito ad eliminare totalmente la produzione dei Cfc, notoriamente utlizzati come aerosol, schiume e refrigeranti».«È la storia di un successo - continua Piat1i - un accordo multilaterale basato su evidenze scientifiche e su una forte collaborazione tra il mondo accademico e le istituzioni pubbliche e private che ha portato all'eliminazione delle sostanze ozono lesive e ha avuto un effetto positivo anche sui cambiamenti climatici». Grazie al protocollo c'e' stato un taglio di 8 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente. «E' piu' di quanto, ogni anno, il protocollo di Kyoto prevede per il periodo 2008-2012».
fonte: lanuovaecologia.it
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martedì 18 settembre 2007
Buco nell'ozono, ora tocca agli Hcfc
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