"Dobbiamo portare il mondo a ridurre i gas serra", ma per farlo "non dobbiamo incidere sulla crescita e lo sviluppo economico". Lo ha detto oggi il presidente americano George W. Bush intervenendo al meeting su "Sicurezza energetica e cambiamenti climatici" in corso a Washington su iniziativa della stessa amministrazione Usa. Si tratta di una posizione che esclude implicitamente la possibilità di sottoscrivere accordi multilaterali con obiettivi vincolanti, come il Protocollo di Kyoto. Soluzione, quest'ultima, che l'Unione Europa, la comunità scientifica e gli ambientalisti ritengono l'unica potenzialmente efficace per contrastare la pericolosa impennata del riscaldamento globale. L'intervento di Bush davanti ai rappresentanti delle 15 nazioni maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra conferma insomma quella che è la posizione assunta da circa un anno dalla Casa Bianca. A differenza del passato si riconosce finalmente l'esistenza del problema, ma si continua ad essere convinti che l'unica strada per porvi rimedio è quella dell'iniziativa volontaria trainata dai meccanismi di mercato e dal progresso tecnologico nella ricerca di fonti energetiche pulite. "L'anno scorso - ha affermato Bush - noi ce l'abbiamo fatta: abbiamo ridotto i gas serra e aumentato lo sviluppo economico". Pertanto, ha proseguito, "anche altri paesi possono fare così". Un atteggiamento, quello degli Stati Uniti, evidente già nella scelta di convocare il meeting di Washington a ridosso di quello organizzato a New York dalle Nazioni Unite in vista della conferenza di Bali che a dicembre dovrà faticosamente gettare le basi per estendere il Protocollo di Kyoto oltre il 2012. Un approccio decisamente ostile al multilateralismo che Bush ha ribadito anche nel suo intervento. "Noi abbiamo una strategia, creeremo degli obiettivi a lungo termine per ridurre le emissioni - ha spiegato - ed entro la prossima estate organizzeremo un meeting" per affrontare l'emergenza e trovare "un sistema trasparente per misurare i progressi". "Tutte le nazioni entro il 2009 avranno la propria strategia - ha aggiunto - ogni nazione deve pensare a se stessa".
Posizione che Bush ha cercato solo in parte di ammorbidire, rivolgendosi nel corso del suo discorso ai rappresentanti delle Nazioni Unite presenti in sala. Gli Stati Uniti, ha rassicurato, sono favorevoli a "diffondere la cooperazione", per "confrontarsi sulle nuove sfide". Sfide che "dobbiamo affrontare insieme". Occorrono "nuove tecnologie", ha detto ancora il presidente e "sforzi di decenni, non si risolve il problema in un giorno, ma - ha detto ancora rivolgendosi ai delegati Onu - lavoreremo con voi".
fonte: repubblica.it
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sabato 29 settembre 2007
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