La crisi dei mutui, i cui timori sono stati rinfocolati nei giorni scorsi dal tracollo della banca inglese Northern Rock, continua a condizionare i mercati finanziari. Dopo la chiusura negativa degli indici principali di New York (il Dow Jones ha perso lo 0,29%, mentre il Nasdaq ha lasciato sul terreno lo 0,89%), in Asia i mercati hanno chiuso con forti cali. E' andata male soprattutto alla Borsa di Tokyo, che lunedì era rimasta chiusa per una festività. Nella seduta di riapertura delle contrattazione il listino nipponico ha ceduto il 2,02%: il Nikkei, l'indice dei 225 titoli guida, è sceso a 15.801,80 punti, 325,62 in meno della chiusura di venerdì. Negativi quasi tutti i titoli bancari e finanziari, che risentono della crisi dei mutui. Ad aggravare la situazione in Giappone, il caso della società di credito al consumo Credia, che alla fine della settimana scorsa ha chiesto l'amministrazione controllata. Segnali negativi anche sull'apertura dei listini europei, con i future sotto pressione.
PETROLIO RECORD - Il petrolio, intanto, ha toccato un nuovo record a 81,24 dollari al barile nell'afterhours sui mercati elettronici americani: a pesare sono la speculazione e i timori di una carenza dell'offerta in prossimità della stagione invernale. Già lunedì, a New York, il future sul Wti (il greggio americano) aveva toccato il livello da primato a 81,189. Quotazioni che si sono confermate nella mattinata a Singapore. Il mercato risponde all'attesa per il dato sulle scorte Usa di greggio, previsto mercoledì, e alla riunione della Fed in programma martedì, da cui ci si aspetta un taglio dei tassi (che attenua le preoccupazioni di una recessione che avrebbe potuto ridurre la domanda di petrolio). In un contesto di squilibrio tra la domanda e l'offerta, inoltre, gli analisti di Goldman Sachs hanno alzato la propria previsione sul prezzo del barile, portandolo a 85 dollari entro la fine del 2007, contro i 72 precedenti, «con rischi seri di picchi al di sopra dei 90 dollari al barile». Per il 2008, invece, la previsione è di 95 dollari al barile.
ATTESA PER LA FED - I mercati finanziari, in realtà, dovrebbero vivere una giornata di frenetica attesa per la decisione, prevista martedì pomeriggio, della Federal Reserve sui tassi d'interesse. Per la prima volta da due anni l'istituto centrale americano dovrebbe ridurre il costo del denaro (attualmente al 5,25%). La decisione della Fed dovrebbe allontanare l'incubo di una recessione in America, darebbe ulteriore impulso ai consumi e respiro al mercato immobiliare e ai mutui.
fonte: corriere.it
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martedì 18 settembre 2007
Il petrolio s'infiamma: barile a 81 dollari
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