Sugli scenari del 2008 dell'economia italiana pesa il caro-euro. I costi del brusco rincaro che ha portato la moneta unica a valere oltre 20 centesimi di dollaro in più negli ultimi dodici mesi e ad andare sopra quota 1,40 rischiano di superare i vantaggi derivanti dall'attenuazione degli effetti del rialzo del prezzo del petrolio salito di 20 dollari al barile in un anno. E' vero che l'Italia ha una maggiore dipendenza energetica dall'estero (86% contro il 66% della Germania e il 56% della Francia) e che, tradotto in euro, il prezzo del barile risulta cresciuto di meno di dieci euro. Ma i rincari della moneta unica mettono a dura prova la competitività di prezzo delle esportazioni italiane e potrebbero ulteriormente appesantire il rallentamento delle quantità esportate registrato dai dati di PIL del secondo trimestre 2007.Pag. 4 - L'indice della produzione industriale ha registrato a luglio la seconda contrazione consecutiva (-0,4% m/m dopo il -0,6% di giugno) posizionandosi sui valori minimi degli ultimi dieci mesi. Il sistema industriale italiano sta attraversando una fase di indebolimento che, nonostante la crescita del 2006, appare evidente anche nel confronto con l'area dell'euro. Dal 2000 ad oggi la produzione industriale nell'unione monetaria è cresciuta di oltre il 10% mentre in Italia si è ridotta di circa il 2%. Alcuni segnali positivi sono, però, giunti dagli ordini all'industria cresciuti del 7,2% a/a nei primi sette mesi del 2007.
fonte: repubblica.it
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giovedì 27 settembre 2007
Una debacle per l'industria dal 2000 ad oggi
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