NEW YORK - George W. Bush ha spiazzato tutti, oppositori e sostenitori, annunciando di voler organizzare entro la fine dell'anno una conferenza internazionale per discutere come combattere l'effetto serra. Tradizionalmente scettico verso ogni analisi che mettesse in relazione l'inquinamento atmosferico con il riscaldamento globale, contrario al protocollo di Kyoto e in polemica con la cancelliera tedesca Angela Merkel proprio sugli impegni da prendere al G8 sul clima, il presidente americano ieri ha cambiato radicalmente strategia. Non senza creare nuove perplessità, con l'accusa da parte di molti gruppi ambientalisti di essersi mosso solo per prendere tempo e per far deragliare qualunque accordo al G8 in Germania. Senza mai parlare di "riscaldamento globale", ma scegliendo la formula cara alla sua amministrazione, perché più neutra, di "cambiamento climatico", Bush ha detto che "gli Stati Uniti prendono molto seriamente gli studi scientifici" e per questo lavoreranno "con gli altri paesi per definire entro il 2008 un percorso a lungo termine per ridurre le emissioni di gas e per mettere a punto un nuovo quadro per le emissioni quando il Protocollo di Kyoto scadrà nel 2012". Per arrivare a questo traguardo, secondo Bush, è necessario tenere una serie di incontri tra i 15 paesi che producono l'80 per cento di gas nocivi, comprese India e Cina. La strada però non sarà quella cominciata a Kyoto che chiede di regolamentare più rigidamente le emissioni di gas e porre dei limiti, ma passa per la "diffusione di nuove tecnologie per risolvere i problemi ambientali, sulla ricerca di forme di energia più pulite ed efficienti (solare, eolica, nucleare e con i biocarburanti) e promuovendo un'agricoltura più sostenibile". Inoltre Bush ha sollecitato le nazioni più ricche a eliminare entro il 2008 le barriere che impediscono ai paesi in via di sviluppo di avere accesso a tecnologie a basso impatto ambientale e si è impegnato a fornirle gratis.
L'annuncio, fatto durante un lungo discorso tenuto a Washington, arriva proprio ad una settimana dalla riunione dei G8, che si terrà a Heiligendamm sulla costa baltica tedesca, durante il quale i temi ambientali dovevano essere al centro della discussione. La Germania ha proposto di fissare un aumento massimo di due gradi centigradi nella temperatura del pianeta, per raggiungere il quale si dovrebbero ridurre del 50 per cento, entro il 2050, le emissioni di gas di serra. Un approccio che gli Stati Uniti hanno respinto con un documento durissimo, bocciando il testo messo a punto dai tedeschi per il documento finale sul clima del G8. Il discorso di oggi sembra spostare l'attenzione dall'appuntamento tedesco alla grande riunione internazionale che Bush vuole convocare negli Usa in autunno, anche se la Casa Bianca nega seccamente questa interpretazione e sottolinea che è soltanto una coincidenza e che il presidente illustrerà la sua idea proprio in occasione della riunione con gli altri sette "grandi". Il governo tedesco ha fatto sapere di notare comunque "un passo avanti", reazione simile a quella venuta dalle Nazioni Unite. Dal Palazzo di vetro il capo dell'agenzia sui cambiamenti climatici, Yvo de Boer, ha raccontato di aver parlato con lo staff di Bush e di aver avuto l'impressione che "questo discorso potrebbe preludere a un cambiamento di politica". Lo storico alleato Tony Blair ha definito invece il discorso "un passo avanti enorme", sottolineando come "mostri un'America consapevole e interessata a svolgere un ruolo guida". Completamente opposte le reazioni dei movimenti ambientalisti e delle organizzazioni non governative. Secondo Philip Clapp, presidente del National Environmental Trust, si tratta di "un chiaro sforzo di spostare l'attenzione dal rifiuto americano alla proposta di ridurre le emissioni in discussione al G8: dopo essere stata fuori dal dibattito per anni, l'Amministrazione Bush non è credibile". Ancora più duri Greenpeace e il Wwf , che non credono alla svolta. Completamente spiazzato invece il capo della Nasa, Michael Griffin, che solo un'ora prima del presidente, interpretando la linea tradizionale dell'Amministrazione, aveva detto: "Non ho dubbi che ci sia un trend di riscaldamento ma non sono sicuro che sia giusto dire che è un problema che dobbiamo affrontare. È un'illusione pensare che si possa intervenire sul clima come dimostrato da milioni di anni di storia".
fonte: repubblica.it
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sabato 2 giugno 2007
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