Il biologico all'Elba: un potenziale per aziende agricole e agriturismi ancora da sondare. A complicare il percorso, oggi, le leggi europee in vigore: l'introduzione di una soglia di contaminazione accidentale da ogm dello 0,9% mortifica chi sul prodotto totalmente bio aveva investito tempo e denaro. Insomma, chi ci ha creduto davvero. Deluso è Roberto Minelli, coordinatore di Coldiretti. «Lo spirito della norma comunitaria - dice - non è confortante. Ora si puòi certificare come ‘biologiche', non si capisce bene a che scopo, più aziende possibili. Il tutto a discapito della qualità dei prodotti». Quando questo tipo di attività è nata, le aziende elbane hanno cercato di mettersi al passo. Non senza difficoltà. «Sull'isola ci sono condizioni climatiche particolari - conclude Minelli - per cui alcuni prodotti non funzionavano». Eppure, tra mille ostacoli, alcuni coltivatori locali ce l'hanno fatta. Come Sergio Polastri, titolare dell'azienda agricola Il Micio, a Marmi diMarciana. Polastri è stato tra i pionieri dell'agriturismo all'Elba. Nel 1998 ha ottenuto la certificazione Aiab (Associazione italiana per l'agricoltura biologica). «Le gente cercava le i nostri prodotti e questo mi dava soddisfazioni, oggi invece non è più così. Continuo a coltivare con metodi bio, ma soprattutto per me e la famiglia. E ho chiesto la sospensiva della certificazione per un anno. I miei pomodori - conclude - lo so solo io che sono veramente biologici».Ma c'è anche chi è convinto che il ‘vero biologico' all'Elba debba ancora venire. Come Marino Garfagnoli, titolare con Graziano Rinaldi dell'agenzia ‘Il Genio del Bosco' a Portoferraio, che promuovere il turismo sostenibile. E la ‘vacanza bio' è una di queste. «Al di là dei bollini su singoli prodotti - osserva - non c'è ancora sull'isola un settore ricettivo totalmente bio. Mancano, per intendersi, "bio-agriturismo", "bio-edilizia" e di bio-alberghi. Mancano professionalità ed incentivi». In molti sarebbero pronti al salto di qualità. Lo è Sergio Galli, presidente del Consorzio Costa del Sole, e titolare dell'Hotel Galli a Fetovaia. «Vorremmo tanto che fosse favorito lo sviluppo ‘biologico' delle strutture. Noi, in albergo, cerchiamo di offrire agli ospiti prodotti naturali. Il biologico è elemento dello sviluppo sostenibile di cui tanto si parla».
fonte: greenplanet.net
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venerdì 13 luglio 2007
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