Stamattina Romano Prodi metterà sul tavolo del consiglio dei ministri la sua proposta per abbattere lo scalone della riforma Maroni che porterebbe dal gennaio l'età minima per la pensione da 57 a 60 anni. Gli ultimi dettagli sono stati definiti ieri nell'ennesimo vertice a Palazzo Chigi fra il premier, il sottosegretario Enrico Letta e i ministri dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa e del Lavoro Cesare Damiano.
La proposta non sarà molto diversa da quella circolata in questi giorni. Lo scalone dovrebbe essere sostituito con un primo scalino che porterebbe l'età minima da 57 a 58 anni, per passare poi a 59 anni dopo 18 mesi o due anni e applicare quindi, dopo altri 18 mesi o due anni, un sistema di quote, fissando inizialmente la somma dell'età anagrafica e dell'anzianità contributiva a 95 o 96. Deroghe significative saranno introdotte per i lavori usuranti, sperando che siano sufficienti a evitare il niet della sinistra radicale.
Ma la parte più spinosa riguarda la copertura. Padoa-Schioppa ha chiesto che sia certa e assoluta, estendendola a dieci anni, anche per rassicurare Bruxelles. Fra le operazioni per ottenere i risparmi di spesa ci sarà quasi certamente la fusione nell'Inps di Inpdap, Enpals, della parte previdenziale dell'Ipsema e anche dell'Ipost, se in questo ultimo caso si riusciranno a superare le resistenze della Margherita. Una manovra che secondo le stime più ottimistiche potrebbe dare 5 miliardi in quattro anni, ma non garantire tutti i risparmi necessari. Tuttavia il problema della copertura è niente, in confronto alle difficoltà politiche.
I sindacati vogliono chiudere l'accordo: magari già lunedì o martedì. «Sulle pensioni serve un compromesso intelligente», ha detto ieri il segretario della Cgil Guglielmo Epifani a Repubblica tv. Chiedendo una tregua a Rifondazione. Che non la concederà comunque prima di lunedì. Domani e domenica il comitato politico si riunirà in conclave per decidere il da farsi. Il segretario del partito, Franco Giordano, (secondo il quale «non c'è un problema fra noi e la Cgil») dice di sapere «che Prodi ha voglia di confrontarsi con una proposta che possa essere condivisa». Ma poi non ha escluso il rischio di una crisi di governo. Probabile quindi che il ministro di Rifondazione, Paolo Ferrero, oggi temporeggi in consiglio dei ministri in attesa della decisione politica del partito.
Dall'opposizione, dopo aver rifiutato ogni ipotesi di dialogo con la maggioranza, Silvio Berlusconi ironizza: «Prodi aveva una posizione opposta all'attuale ed è stato costretto dalla sinistra estrema a cambiarla. Lo scalone è meno di ciò che si dovrebbe fare visto che con l'incremento della durata della vita media bisogna innalzare l'età pensionabile»
fonte: corriere.it
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giovedì 12 luglio 2007
Sulle pensioni incombe il rebus copertura
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