C'é paura nella regione di Leopoli, nell'Ucraina occidentale, tra le undicimila persone che vivono vicino alla zona in cui ieri è deragliato un treno merci diretto in Polonia con un carico di fosforo giallo, che si è incendiato sprigionando una nube tossica su un'area di novanta km quadrati. Anche in serata le autorità hanno invitato alla calma
assicurando che non vi sono pericoli e che la situazione «é completamente sotto controllo», come ha sottolineato il ministero per le situazioni di emergenza ucraino, secondo il quale non c'é alcun rischio neppure a viaggiare attraverso la regione di Leopoli. Ma il vice premier Aleksander Kuzmuk, che guida la commissione statale d'inchiesta sull'episodio, è arrivato a dire alla tv che «l'incidente avrebbe potuto ripetere il disastro di Chernobyl», quando nel 1986 esplose un reattore di quella centrale nucleare. Quando basta per mettere in allarme non solo i residenti dell'area interessata e gli 800 mila abitanti della vicina Leopoli (80 km dal luogo dell'incidente), ma anche alcuni paesi confinanti, come Romania, Polonia e Ungheria. Finora risulta intossicata una ventina di persone, di cui una grave, mentre solo poco più di 800 hanno accettato di lasciare la zona, non capendo il pericolo o temendo il rischio sciacalli. Ma ora i timori causati dall'enorme nube bianca aumentano, molti indossano maschere anti gas e si barricano in casa, tenendo chiuse le finestre. Tra gli intossicati figurano sei funzionari del ministero per le emergenze, due dirigenti del ministero dell'intero, due lavoratori delle ferrovie e dieci residenti. Complessivamente un centinaio di persone è già ricorso a cure mediche, ma i medici prevedono un aumento degli intossicati nei prossimi giorni, dopo che il fosforo sarà entrato nella catena alimentare. Le autorità hanno disposto l'allestimento di ospedali mobili e l'aumento del numero di posti letto nelle strutture sanitarie della zona, mentre l'unità di difesa chimico-batteriologica di Sambor è in allerta rossa. Nello stesso tempo il responsabile per le situazioni di emergenza e della protezione civile di Leopoli, Piotr Grebenyuk, ha assicurato che «la nube è stata neutralizzata e non c'é pericolo per i residenti». La procura della città ha già aperto un'inchiesta e il presidente ucraino Viktor Iushenko ha firmato un decreto per ridurre le conseguenze dell'incidente entro dieci giorni, finanziando le operazioni di bonifica. L'Autorità statale per le ferrovie, secondo l'agenzia Itar-Tass, ha escluso in serata la possibilità di un sabotaggio e ha ipotizzato che l'incidente possa essere stato causato dalle cattive condizioni dei binari o dei carri-cisterna, come pure dalla violazione delle norme per il trasporto di carichi pericolosi. Il treno merci, composto da 58 carri di cui 15 contenenti fosforo giallo, è deragliato tra Krasnoye e Ozhidov, mentre viaggiava da Dzhambul, in Kazakhstan, verso Kleksa, in Polonia. Sei carri-cisterna hanno preso fuoco e circa 400 tonnellate di fosforo giallo, secondo il quotidiano Izvestia in edicola domani, sono andate bruciate. Il convoglio, assicurato da una compagnia straniera (forse russa), secondo Itar-Tass, appartiene a imprenditori kazaki. Il fosforo giallo, utilizzato per la fertilizzazione e le bombe, è ritenuto una sostanza tossica di prima categoria e può avere effetti letali in una concentrazione di un decimo di grammo. La sostanza, che si incendia facilmente producendo un gas tossico, intacca le ossa umane e il cervello e può produrre necrosi del fegato.
fonte: lanuovaecologia.it
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mercoledì 18 luglio 2007
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