E se l'innalzarsi della colonnina di mercurio non pochi problemi causerà allo stato delle colture e delle acque nazionali, altrettanto preoccupante è il ventaglio di conseguenze sulla salute delle persone. Più morti per ondate di calore e inondazioni, nuove malattie portate da acqua e cibo, prolungate allergie ai pollini, solo per citare alcuni degli eventi estremi con cui ci si potrebbe scontrare. I dati, forniti da un rapporto realizzato congiuntamente da Apat e Organizzazione Mondiale della Sanità e presentato a Roma, non lasciano dubbi: bisogna agire, le parole a cui non corrisponde un impegno concreto dovrebbero essere messe al bando. Eppure, alla luce di quanto sinora emerso, ciò che più di ogni altra cosa viene fuori è proprio la stridente dissonanza tra il peso delle notizie divulgate e gli effettivi contenuti portati in occasione dei workshop da Amministratori locali e nazionali. E anche gli allarmanti proclami sul rischio desertificazione e sull'emergenza idrica che investono la Sardegna e alcune altre regioni italiane, come emerso ad Alghero, si perdono nel vuoto se al riconoscimento del problema non si abbinano operazioni vigorose. La presa di coscienza di quanto i cambiamenti climatici abbiano un potenziale distruttivo per alcuni Paesi è in corso e a questo processo hanno contribuito i workshop preparatori, dislocati sapientemente su tutto il suolo nazionale, ma non solo: da ogni parte del mondo il grido d'allarme si fa più forte e insistente. Agire adesso per non essere costretti un domani a rammaricarsi di quanto poteva esser fatto per salvare specie animali e vegetali, nonché interi popoli in viaggio verso un Occidente al limite del collasso.
fonte: vglobale.it
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mercoledì 25 luglio 2007
Dagli incontri Apat–Arpa un solo messaggio: agire subito
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