CRESCITA USA A RILENTO - A pesare sul dollaro è l'ipotesi di un nuovo taglio dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve, dopo la sforbiciata da mezzo punto percentuale decisa lo scorso 18 settembre, sulla scia delle preoccupazioni scaturite dalla crisi dei mutui subprime, ovvero quelli meno garantiti. L'istituto centrale americano, mercoledì sera, ha scritto nel «Beige Book» che la crisi dei mutui non è ancora alle spalle e sta rallentando l'economia. A confortare la visione della Fed contribuiscono anche alcuni dati macro: la costruzione di nuove case è piombata ai minimi degli ultimi 14 anni. In questo clima, le probabilità assegnate dal mercato a un nuovo taglio dei tassi già al Fomc del 31 ottobre sono salite al 54% (dal 30% circa. di inizio settimana).
INFLAZIONE IN TENSIONE - A soffiare sulle quotazioni dell'euro anche alcune dichiarazioni dei vertice della Bce: il membro tedesco del direttivo dell'istituto di Francoforte, Axel Weber, ha detto che l'inflazione in Eurolandia rischia di superare la soglia del 2% quest'anno e il prossimo, rilanciando l'ipotesi di una stretta monetaria da parte dell'Eurotower. E ad aggiungere zavorra alle quotazioni del biglietto verde sono anche le parole di Eisuke Sakakibara, l'ex «Mr. Yen», secondo cui il dollaro potrebbe precipitare nel 2008 con una crescita economica in decisa frenata a un tasso dell'1% circa. Il Fondo monetario internazionale ha appena tagliato - all'1,9% - le previsioni di crescita per gli Usa nel 2008.fonte: corriere.it
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