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"A sense of urgency". Con questo titolo l'ultimo numero del settimanale Time dedica la copertina e oltre 40 pagine agli “Eroi dell’ambiente”: 43 personaggi scelti dalla redazione tra “leader e visionari”, “attivisti”.“scienziati e innovatori”, “moguls e imprenditori”. “Li chiamiamo eroi, ma potrebbero essere definiti portavoce della terra” scrive Time. Nell’elenco del magazine ci sono alcuni grandi nomi, ma anche persone sconosciute ai più che lavorano ogni giorno per un ambiente migliore. Tra i big Michail Gorbachev, Al Gore (“ha creato un movimento globale con la sua scomoda verità”), Robert Redford, il principe Carlo d’Inghilterra (“un pioniere delle fattore bio”), Angela Merkel. Tra gli attivisti c’è un professore cinese di nome Wang Canfa che gestisce un centro legale a Pechino per difendere i diritti delle vittime dell’inquinamento e un businessman israeliano impegnato nella difesa delle barriere coralline del Mar Rosso. Il chimico del Bangladesh Abul Hussam, invece, viene citato perché inventore di un semplicissimo sistema per depurare le acque contaminate e salvare migliaia di vite. La sezione imprenditori segnala tra gli altri duegiapponesi, Kazutoshi Sakurai e Takeshi Kobayashi, fondatori di una banca “che presta attenzione ai problemi ambientali e finanzia progetti per risolverli”. Altri businessmen “eroi ambientali” sono il boss della Virgin Richard Branson e il tycoon dell’energia solare cinese Shi Zhengrong, uno degli uomini più ricchi della Cina. La lista del Time non è comunque al riparo dalle critiche. Jessica Aldred, in un blog ospitato dalla sezione ambiente del quotidiano inglese The Guardian, si domanda se veramente un magnate di compagnia aerea come Richard Branson, pur avendo fatto molti sforzi per rendere i suoi aerei “verdi”, possa essere considerato un eroe dell’ambiente quando il drammatico sviluppo dei collegamenti aerei è una delle principali cause dei cambiamenti climatici. Allo stesso tempo la giornalista britannica lamenta la presenza di sole 7 donne nell’elenco e segnala che Time non ha detto che le attività del principe Carlo equivalgono a un’emissione di anidride carbonica annua di 3.425 tonnellate, cifra “non sorprendente quando si considerano le emissioni prodotte da Jaguar, Rolls Royce, aerei e residenze reali”. fonte: lanuovaecologia.it |
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mercoledì 31 ottobre 2007
Time, ecco gli eroi dell'ambiente
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