ALLARME PREZZI - Mentre i fondamentali economici di Eurolandia sono considerati ancora «solidi», si teme un ulteriore peggioramento delle prospettive economiche: per i tecnici di Francoforte c'è «alta incertezza» sul futuro. E il rischio di uan ulteriore frenata nella crescita basta a esortare gli Stati con forti disavanzi di bilancio a «compiere ulteriori progressi» su questo fronte. Altissimi i rischi di peggioramento del quadro inflazionistico: petrolio, prodotti alimentari, prezzi amministrati e salari sono i principali fattori di rischio. «Le informazioni più recenti - si legge - confermano l'esistenza di forti pressioni al rialzo sull'inflazione nel breve periodo», ben più alta del 2%, il valore preso a riferimento dalla Bce. Perciò per l'istituto vanno evitati in tutti i modi meccanismi automatici di adeguamento dei salari al costo della vita (tipo «scala mobile») che aggraverebbe la spirale inflazionistica con conseguenza gravissime sulle solidità delle basi dell'economia europea. Il Consiglio direttivo ripete quindi la raccomandazione dello scorso mese: evitare di ancorare i salari nominali all'inflazione.
CRISI IN BORSA - Nel 2008, comunque, la crescita del Pil dell'area euro dovrebbe continuare, «sebbene in misura minore rispetto al 2007», «a ritmi moderati». Ma nel Bollettino si sottolineano inoltre «i rischi al ribasso» collegati principalmente «alle turbolenze dei mercati finanziari» e ad «ulteriori rincari imprevisti dei prodotti energetici e alimentari».
RIFORME - In questo clima di preoccupazione i governi di Eurolandia si impegnino «maggiormente » nelle riforme strutturali. È l'invito della Bce che nel suo bollettino mensile «saluta con soddisfazione l'avvio, da parte del Consiglio europeo, del ciclo 2008-2010 della strategia di Lisbona rinnovata per la crescita e l'occupazione». In particolare, osserva l'istituto di Francoforte, «la crescita della produttività rimane debole, ostacolando l'espansione del reddito generale». Pertanto, «il consiglio direttivo incoraggia vivamente i paesi dell'area euro a impegnarsi per promuovere l'integrazione dei mercati e di ridurre la rigidità in quelli dei beni e servizi e del lavoro che limitano al concorrenza, la flessibilità dell'occupazione e la differenziazione delle retribuzioni». Le riforme, conclude l'Eurotower, «non soltanto promuoverebbero l'occupazione e sosterrebbero la crescita del prodotto potenziale, ma concorrerebbero altresì a moderare le pressioni sui prezzi».
TASSI - La Bce ha anche confermato che l'attuale orientamento di politica monetaria contribuirà al mantenimento della stabilità dei prezzi nel medio periodo e ribadisce che, considerato i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi, «non sarebbe sicuramente appropriato abbassare» i tassi d'interesse. Il Consiglio direttivo della Bce sottolinea «che il mantenimento della stabilità dei prezzi nel medio periodo costituisce l'obiettivo primario in linea con il suo mandato».
fonte: corriere.it
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