venerdì 11 aprile 2008

Vola il primo aereo a idrogeno

IL PROTOTIPO del primo aereo con pilota funzionante con celle a combustibile d'idrogeno ha staccato le sue ruote da terra, volando nei cieli. Questo storico risultato è frutto del lavoro del team ingegneristico del centro Boeing Research & Technology Europe (BR&TE) di Madrid, con la collaborazione di partner industriali in Europa e Stati Uniti. E nel prossimo futuro allo sviluppo di questa tecnologia e delle altre sperimentazioni della società aeronautica parteciperà anche l'IMAST di Portici (Napoli), il consorzio operativo del Distretto tecnologico campano dei materiali. Nella sua struttura è ospitato l'ufficio di ricerca della Boeing Phantom Works, organismo scientifico realizzato nell'ambito dell'accordo tra Boeing e Alenia Aeronautica per lo sviluppo congiunto di nuove tecnologie per impieghi aeronautici. Le sperimentazioni sull'aereo all'idrogeno, così, potranno usufruire delle ricerche condotte dal Consorzio del distretto tecnologico campano, specializzato, in particolare, nella progettazione dei materiali compositi termoplastici utilizzati nella realizzazione della componentistica aerodinamica dei velivoli del futuro.

"Boeing lavora attivamente allo sviluppo di nuove tecnologie ecocompatibili per applicazioni aeronautiche", spiega Francisco Escartí, direttore generale del BR&TE. "Il nostro progetto innovativo, su cui abbiamo lavorato per cinque anni, rappresenta un esempio tangibile dei progressi tecnologici in tema di prestazioni ambientali".

Questo dimostratore denominato FCDA (Fuel Cell Demonstrator Airplane) è basato su un motoaliante biposto Dimona con un'apertura alare di 16,3 metri, prodotto dall'austriaca Diamond Aircraft Industries. Il BR&TE ha modificato la struttura originaria in modo da far girare l'elica con un motore elettrico alimentato da un sistema ibrido di celle a combustibile del tipo a membrana a scambio protonico (PEM - Proton Exchange Membrane) e di batterie agli ioni di litio. I tre test in volo sono stati condotti negli ultimi due mesi presso l'aerodromo di Ocaña, a sud di Madrid, gestito dalla società spagnola SENASA. Durante i voli, il pilota ha portato il dimostratore fino a 1000 metri di quota usando l'energia combinata delle batterie e delle celle a idrogeno. Dopodiché, con l'uso delle sole celle a idrogeno, ha mantenuto a questa altitudine una rotta lineare per 20 minuti alla velocità di crociera di 100 chilometri all'ora.

La cella (o pila) a combustibile è un dispositivo elettrochimico che trasforma direttamente l'idrogeno in elettricità e calore, senza alcun processo di combustione (gli "scarti" della reazione sono esclusivamente vapore acqueo e calore). Secondo i ricercatori Boeing, la tecnologia delle celle PEM potrebbe trovare impieghi potenziali nella propulsione di piccoli velivoli con e senza pilota. Nel lungo periodo, Boeing intravede un futuro anche per le celle a combustibile ad ossido solido, che potrebbero essere usate negli impianti di generazione secondari, come ad esempio le unità ausiliarie di potenza (APU) dei grandi aerei civili. Sebbene non preveda che questa tecnologia possa costituire la fonte primaria di energia per futuri aerei da trasporto passeggeri, Boeing continuerà a studiare il potenziale delle celle a combustibile e di altre fonti energetiche alternative per migliorare la sostenibilità ambientale dei propri prodotti.

Oltre all'austriaca Diamond e la spagnola SENASA, sono stati partner di Boeing in questo progetto: SAFT (Francia), Gore e MT Propeller (Germania), Intelligent Energy (Regno Unito), Adventia, Aerlyper, Air Liquide España, Indra, Ingeniería de Instrumentación y Control (IIC), Inventia, Swagelok, Técnicas Aeronauticas de Madrid (TAM), Tecnobit, Politecnico di Madrid e Comunità autonoma di Madrid (Spagna), UQM Technologies (Stati Uniti).

Il BR&TE di Madrid, parte della struttura europea della divisione di ricerca avanzata e sviluppo Boeing Phantom Works, ha lavorato dal 2003 alla progettazione, assemblaggio e collaudo dell'FCDA a stretto contatto con Boeing Commercial Airplanes e con gli altri partner.

fonte: repubblica.it

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