giovedì 10 aprile 2008

L'Ipcc del futuro

Parte oggi a Budapest, la due giorni della 28/a sessione plenaria dell'Ipcc, il Comitato intergovernativo dell'Onu sui cambiamenti climatici. Tema chiave per i 300-400 delegati dei circa 180 Paesi membri il compito di definire il futuro del Comitato, che nel 2007 si è aggiudicato il Nobel per la Pace insieme all'ex vicepresidente Usa, Al Gore. In ballo la struttura, gli obiettivi e le prossime tappe dell'Ipcc.

"Si parlerà di come gestire il lavoro nei prossimi 5-6 anni - spiega Sergio Castellari, focal point nazionale dell'Ipcc - del budget 2009-2011 e del nuovo gruppo direttivo (l'Ipcc Bureau)". Non è infatti scontata la scadenza di un nuovo rapporto di valutazione, l'AR5, che potrebbe essere fissata al 2013 e rappresentare un lavoro ex novo oppure costituire l' aggiornamento del precedente. Un tema caldo sarà poi la discussione relativa all'elaborazione di nuovi scenari di emissioni di gas serra, considerando che nel rapporto pubblicato l'anno scorso il raggio di tempo considerato guardava al 2100, in una prospettiva piuttosto globale e senza un focus regionale specifico.

"Personalmente - afferma Castellari - credo sia meglio avere nuovi scenari di emissioni a breve termine, sui prossimi 20/30 anni. Potrebbe essere uno strumento utile ai politici, ad esempio valutando l'impatto di un possibile accordo post Kyoto". "L'elaborazione degli scenari è un problema di ricerca scientifica - spiega Antonio Navarra, direttore del Centro Mediterraneo per i cambiamenti climatici (Cmcc) - la sfida, in un lasso di tempo di 20/30 anni, è distinguere il segnale relativo all'impatto delle emissioni di CO2 dalla normale variabilità climatica, un fattore che diventa più evidente sul lungo periodo". Insomma, più si accorcia l'orizzonte e si cercano informazioni dettagliate, legate anche a fattori socio-economici, più è complicato fornire un quadro sufficientemente attendibile dal punto di vista scientifico.

Ad oggi, secondo Navarra, gli esperti sono ancora in una "fase preliminare" per questo tipo di studi. Tra gli argomenti all'ordine del giorno a Budapest anche la futura struttura del comitato direttivo, attualmente guidato da Rajendra Kumar Pachauri (che potrebbe essere riconfermato con un secondo mandato) e oggi costituito da 30 membri, da rinnovare tramite elezioni alla prossima riunione plenaria (1-4 settembre) a Ginevra. All'ordine del giorno anche la possibile redazione di un rapporto speciale dedicato alle fonti rinnovabili, che saranno determinanti in un futuro sempre più "carbon free" e la destinazione dei circa 700mila euro di fondi del Nobel, che probabilmente andranno a sostenere i colleghi scienziati dei Paesi in via di sviluppo.

fonte: lanuovaecologia.it

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