SI DICE ai giornalisti in erba: se un cane morde un uomo non è una notizia. E' invece una notizia se è l'uomo a mordere il cane.
Una notizia, bella e grossa, è che un comune della Calabria, Diamante, affacciato al mare, lungo una costa tra le più fascinose dell'alto Tirreno, abbia deciso di intraprendere una battaglia legale contro gli ecomostri, contro l'abuso che deturpa, il cemento che inquina. Non accade spesso in Italia trovare un ufficio pubblico che con tanta dedizione tenti il salvataggio del suo bene più caro: il paesaggio.
La Calabria, poi, vanta il primato di raccogliere la più alta percentuale di testimonianze contro una amministrazione pubblica inefficiente, spesso collusa, troppe volte addirittura corrotta e piegata da interessi privati. Ecco perché la vicenda di Diamante assume il valore di un capovolgimento degli elementi essenziali della notizia.
Accade che un municipio, e non un comitato di cittadini disperati, denunci e gridi allo scandalo. Lo scandalo della costruzione di metri cubi di cemento nel punto più panoramico della città, dove sta per essere eretto (e visibili sono i primi mattoni) un palazzo nel luogo in cui lo sguardo era ampio e libero: il mare di fronte, di qua e di là. Lo scandalo, la vergogna, di una seconda lottizzazione, questa volta di trentamila metri quadrati, a ridosso del parco archeologico. Anzi, quasi dentro il parco.
La bella notizia è che il sindaco Ernesto Magorno e la sua giunta hanno revocato le concessioni edilizie concesse dalla precedente amministrazione. La brutta notizia è che il Tar di Catanzaro ha dato ragione non al municipio ma all'impresa costruttrice.
La bella notizia è che sindaco e assessori di Diamante hanno rinunciato alle indennità previste dalla legge per tentare di arginare una gravissima crisi finanziaria del comune. La brutta notizia è che questo esempio di dedizione e di coraggio sta per essere umiliato, annientato, decapitato dal giudice amministrativo in nome di difetti di forma, vizi procedurali, virgole al posto sbagliato.
Domani, 8 aprile, il Consiglio di Stato si pronuncerà in via definitiva sulla contesa. Piccola ma significativa. E' una delle poche volte che in Calabria si può fare il tifo per chi governa, si può stare dalla parte di chi rappresenta le Istituzioni. Ed esserne - addirittura - orgogliosi.
fonte: repubblica.it
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lunedì 7 aprile 2008
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