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Occhi puntati su Berna, dove è riunito per due giorni il vertice Onu, al lavoro sul piano di battaglia per fronteggiare l'emergenza cibo. Uno 'tsunami silenzioso', quello legato all'aumento generalizzato dei prezzi dei prodotti alimentari, che si sta abbattendo sui più poveri del Pianeta. Alla riunione di ieri, a porte chiuse, hanno partecipato i dirigenti delle 27 agenzie e organizzazioni delle Nazioni Unite, sotto la guida del segretario generale, Ban Ki Moon. Oggi il segretario Onu terrà una conferenza stampa, affiancato da Pam, Banca mondiale, Fao e Fondo internazionale per lo sviluppo dell'agricoltura. Già venerdì scorso, Ban Ki Moon aveva lanciato un appello per una "azione immediata" e concertata che facesse fronte a una "reale crisi mondiale". Era dall'inizio degli anni '70, dice all'Economist Josette Sheeran, capo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Pam), che nel mondo non si verificava una crisi alimentare della portata di quella attuale. L'Onu dovrà venire incontro alla richiesta immediata di aiuto da parte dei molti Paesi, ma è sul lungo termine che si giocherà la partita più difficile. All'organizzazione internazionale spetterà il difficile compito di mediazione fra i sostenitori del protezionismo e quelli a favore dell'apertura dei mercati, così come fra fautori ed avversari dei biocarburanti, contro i quali si scaglia in primis Jean Ziegler, relatore speciale Onu per il diritto all'alimentazione. Secondo Giuseppe Politi, presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, in questo scenario tra le priorità occorre abolire i sussidi destinati a chi coltiva esclusivamente per i biocarburanti, mentre l'eliminazione di quelli a favore degli agricoltori che producono per l'alimentazione "non avrebbe alcun effetto". Secondo Politi, per i Paesi in via di sviluppo "bisogna far crescere le agricolture attraverso ricerca e innovazione". Registrando una previsione positiva per le semine di frumento, in Italia e a livello mondiale "non è escluso che le condizioni di mercato mutino - afferma Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura - perché è aumentata anche la volatilità. Un problema di così ampia portata però, non può essere gestito solo dalle dinamiche di mercato". Per questo la politica agricola comunitaria non va smantellata ma rafforzata. "La forte volatilità delle quotazioni è l'effetto delle speculazioni internazionali in atto, che si sono spostate dai mercati finanziari a quelli delle materie prime" ribadisce Coldiretti, che cita Achim Steiner, a capo del programma ambientale dell'Onu, per cui "oggi c'é abbastanza cibo sul Pianeta per dare da mangiare a tutti", e milioni di persone si sono ritrovate improvvisamente nell'impossibilità di comprare cibo a causa dell'impennata dei prezzi. Intanto Jean Ziegler, relatore speciale Onu per il diritto all'alimentazione, il cui mandato scade mercoledì, da Ginevra ha rinnovato il suo appello per una "moratoria totale" sui biocarburanti, sotto accusa come tra i responsabili dell'impennata dei prezzi agricoli. Critiche anche alla linea di Pascal Lamy, direttore generale dell'Omc, secondo Ziegler "totalmente contraria agli interessi delle popolazioni vittime della fame". L'esperto Onu ha poi denunciato le speculazioni, che sarebbero responsabili del 30% del rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari, chiedendo l'inquadramento dei mercati delle derrate agricole sul modello dei mercati finanziari. Apprezzando il cambio di rotta di Dominique Strauss-Kahn, direttore generale del Fondo monetario internazionale, Ziegler ha invitato i governi nel sostenerlo "per dare la precedenza assoluta alle culture di sussistenza". fonte: lanuovaecologia.it |
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martedì 29 aprile 2008
Prezzi cibo, il piano anti-crisi
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