Nove persone su dieci si sentono esposte a rischio ambientale e per sei su dieci è come vivere su una bomba pronta ad esplodere. Il 60% dei genitori preferisce che i loro figli fuggano via lontano, anzichè convivere con la paura che si ammalino o addirittura muoiano per effetto degli agenti chimici. E' quanto emerge dal rapporto commissionato dal Comune di Melilli a "Meta comunicazione" e condotto su un campione (615 tra uomini e donne dai 18 ai 65 anni) della popolazione di Augusta, Priolo, Melilli, il polo petrolchimico più grande d'Europa.
Lo studio "Nascere, vivere e morire in una zona ad alto rischio ambientale", rivela che l'inquinamento viene vissuto come un rischio incombente, che coinvolge tutti, dall'88% della popolazione, soprattutto bambini, anziani, malati (6,1%) o chi lavora a stretto contatto con le sostanze inquinanti (4,3%). Il 44,5% sostiene che rispetto a dieci anni fa nel territorio il rischio di inquinamento sia maggiore perché non si è fatto nulla (interventi, leggi, controlli), a cui si aggiunge il 16,7% che li ritiene maggiori perchè le aziende e i loro prodotti sono più inquinanti.
L'argomento della sofferenza del territorio e dei pericoli per i suoi abitanti è comunque tema di discussione abituale nella metà delle case della zona (47,8%), mentre il 40,7% dice che se ne parla solo in modo saltuario. Ma cosa li tiene legati ad un territorio che presenta elevati livelli di rischio per l'ambiente e la salute della popolazione? Il 51,2% continua a viverci per necessità (lavoro,studio, famiglia), a cui si aggiunge il 5,7% che non saprebbe dove altro andare.
Solo il 41,1% ha risposto "è la mia terra". Per il 45,4% serve un intervento radicale, volto a bonificare il territorio da rifiuti e sostanze tossiche. Non basta, serve maggiore vigilanza sulle aziende e sulle loro attività, perché non continuino ad inquinare (34,6%), ma bisogna intervenire sulle grandi aree industriali dimesse (25,2%). Sono poi in molti a chiedere che si chiudano o si spostino le industrie a rischio (22,3%) o che si proceda a riconvertire l'attività delle industrie a rischio (18,1%).
"Noi amministratori - dice Giuseppe Sorbello, sindaco di Melilli - abbiamo il dovere di capire quali sono le convinzioni dei cittadini, le loro paure e i loro disagi".
fonte: lasicilia.it
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venerdì 23 novembre 2007
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