Tre milioni di firme per impedire all'Italia di coltivare e commercializzare prodotti geneticamente modificati. La campagna lanciata due mesi fa dalla "Coalizione Italia-Europa liberi da ogm" si è conclusa oggi a Roma con la presentazione dei risultati ottenuti. L'obiettivo, ha spiegato uno dei principali animatori, l'ex parlamentare di Dp Mario Capanna, è stato raggiunto con "soddisfazione e orgoglio".
Complessivamente i voti raccolti delle 32 organizzazioni che hanno dato vita alla coalizione (sigle del mondo dell'associazionismo come Slow Food, Acli, Avis e Legambiente, associazioni di categoria come la Coldiretti, marchi leader della grande distribuzione come la Coop e anche partiti politici come i Verdi) sono stati 3.086.524, con una percentuale di "no" ferma allo 0,57%.
Un risultato che Capanna, ora alla guida della Fondazione per i diritti genetici, giudica "straordinario" perché frutto "di un referendum propositivo in cui abbiamo chiesto ai cittadini di esprimere una preferenza e metterci la faccia". Ma se il primo successo rivendicato dalla campagna è quello ottenuto sull'opinione pubblica, gli organizzatori sono convinti di aver smosso anche le acque della politica. Le posizioni della Coalizione, ha ricordato ancora Capanna, "hanno investito il governo e il parlamento", visto che "abbiamo varcato le Alpi verso la Commissione Ue", spingendo l'Italia a stringere un alleanza con la Francia sul comune rifiuto degli ogm.
"I cittadini hanno espresso chiaramente la loro opinione sul futuro dell'agroalimentare e della propria qualità della vita - ha commentato il senatore Francesco Ferrante, capogruppo dell'Ulivo in commissione ambiente - Oltre 3 milioni di voti contrari agli ogm in agricoltura non possono essere ignorati. L'Unione Europea ne prenda atto e agisca di conseguenza".
Prima ancora che Bruxelles, a prendere atto del risultato della campagna, non senza un certo allarme, è stata la comunità scientifica italiana, che oggi stesso ha convocato una conferenza stampa per denunciare sul tema degli ogm la mancanza di un'informazione corretta e documentata. La Società Italiana di Genetica Agraria (Siga) e la Società Italiana di Tossicologia (Sitox), raccogliendo l'adesione di scienziati illustri come Edoardo Boncinelli, Silvio Garattini e Piergiorgio Odifreddi, hanno ribadito che "non può esserci democrazia partecipativa senza una corretta informazione" e "sugli ogm è ora di iniziare ad ascoltare la voce della scienza".
"Quanti italiani - hanno sottolineato ancora gli organizzatori - sanno, ad esempio, che a causa delle nostre condizioni climatiche metà del mais italiano ha un contenuto di tossine fungine cancerogene e teratogene superiore alla soglia consentita dalla normativa europea? E che il mais ogm già coltivato in Spagna, Francia e Germania, ma non in Italia, consente di ridurre drasticamente la presenza di queste pericolose sostanze, dette fumonisine?". Dati, hanno lamentato ancora gli scienziati, "che non hanno mai raggiunto l'opinione pubblica e in qualche caso sono stati oggetto di una sorta di cover-up tanto da meritare un'interrogazione parlamentare".
I ricercatori hanno contestato anche i risultati della campagna anti-ogm, richiamando l'attenzione sull'enorme mole di evidenze scientifiche rassicuranti accumulate in due decenni di sperimentazioni e dieci di commercializzazione dei prodotti da essi derivati.
"Quanto può valere - si sono chiesti - una consultazione popolare basata su un quesito tendenzioso, eseguita con modalità come gli sms che non consentono alcuna forma di controllo, per di più accompagnata da una campagna di disinformazione che distorce i dati scientifici per far apparire gli ogm inutili e dannosi mentre ne occulta i vantaggi sanitari, ambientali ed economici?".
fonte: repubblica.it
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mercoledì 14 novembre 2007
Ogm, 3 milioni di firme per fermarli
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