lunedì 12 novembre 2007

Mar Nero, 5 navi in avaria

Una petroliera spaccata in due ha perso 1.300 tonnellate di greggio. Altre quattro navi, tre delle quali con un carico di zolfo e ferro, affondate. I danni causati dalla tempesta al largo del porto di Kavkaz, in Russia/
Una Scia di disastri/
Legambiente: Emergenza Mediterraneo
L'ultimo in ordine di tempo è stato l'affondamento del mercantile georgiano "Jodhza Ismail", in Ucraina. Ma il bilancio è ben più grave. Una petroliera spaccata in due e altre quattro navi, tre delle quali con un carico di zolfo e ferro, affondate. Questo lo scenario del disastro causato dal mare in tempesta al largo del porto di Kavkaz, nel Mar Nero. Dalla petroliera russa sono fuoriuscite 1.300 tonnellate di petrolio. Lo hanno riferito le agenzie di stampa russe citando fonti del ministero dei Trasporti.

«La petroliera Volga-Neft, che trasporta circa 4.000 tonnellate di greggio, si è spezzata in due durante una tempesta mentre era ferma al Port Kavkaz», ha detto un portavoce del ministero. I 13 membri dell'equipaggio, che si sono rifugiati a poppa, non sono in pericolo ma i soccorritori hanno difficoltà a raggiungerli per le pessime condizioni del tempo. Ai soccorsi partecipano tre rimorchiatori, due russi e uno ucraino.

L'incidente è avvenuto all'alba e in un primo momento si era parlato di 2.000 tonnellate di greggio fuoriuscito nel Mar Nero. Successivamente si è saputo che sono 1.300 le tonnellate riversatesi nello stretto di Kerch, tra il mar d'Azov e il mar Nero. «È un disastro ambientale di proporzioni serie, ci vorranno anni per risolverlo» ha detto il vice capo dell'agenzia statale Rosprirodnadzor.

Il timore di una grave sciagura ambientale è stato espresso da varie organizzazioni ecologiste. «Siamo di fronte a una grave catastrofe, ci vorrà molto tempo per ripulire il mare inquinato e gli effetti di quanto accaduto oggi si sentiranno anche tra un anno e forse più», ha detto Vladimir Sliviak, il co-presidente del movimento ambientalista russo “Ekozashcita” (Ecodifesa).

Se il gasolio scende in fondo al mare «sarà praticamente impossibile recuperarlo», ha aggiunto Sliviak. E ha mostrato preoccupazione anche il presidente della “Croce verde” Serghiei Baranovski, membro dell'Accademia delle scienze naturali russa. «Il rischio è grande – ha detto – c'è anche pericolo di inquinamento delle coste».

fonte: lanuovaecologia.it

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