MAREA NERA - La situazione continua insomma a impensierire la Casa Bianca. Tanto che lo stesso Obama si sarebbe espresso in privato con un duro «tappate quel maledetto buco». Il leader Usa venerdì effettuerà la sua seconda visita in Louisiana per valutare nuovamente i danni del disastro.
PIATTAFORMA - Nel frattempo la Bp ha fatto trapelare alla commissione di indagine del Congresso americano la notizia che, a partire da 51 minuti prima dell'incidente che ha provocato anche undici morti, c'erano state tre segnalazioni di allarme. I tre segnali riguardavano una pressione abnorme (98 kg per centimetro quadro) a fondo pozzo. Ma anche nelle ore precedenti all'esplosione si erano verificati alcuni problemi (perdite di liquido) in una valvola che doveva impedire l'eruzione del greggio fuori dal pozzo.
TRIVELLAZIONI - Secondo alcuni documenti di cui è venuto in possesso il Washington Post, l'agenzia federale che regola e controlla le trivellazioni off-shore negli Stati Uniti ignorò a più riprese gli avvertimenti sui rischi ambientali nel Golfo del Messico lanciati dai consulenti scientifici del governo Usa. Funzionari del Minerals Management Service (Mms) avrebbero aggirato alcune procedure e falsificato documentazioni pur di rispettare le scadenze federali per la concessione delle licenze e riscuotere gli incentivi, sia sotto l'amministrazione Bush che quella Obama. Furono allentati i criteri per la concessione delle licenze previsti dalla legislazione americana a tutela dell'ambiente marino. Per le trivellazioni nel Golfo del Messico e in Alaska, l'Mms chiese di non essere troppo scrupolosi nelle ispezioni per non far slittare il via libera e a nulla valsero le obiezioni sollevate da altre agenzie federali.
ALASKA - Ma per la British Petroleum i guai non finiscono qui. Dopo l'affondamento della piattaforma Deepwater Horizon e la conseguente marea nera di petrolio nel Golfo del Messico, un oleodotto in Alaska è stato chiuso in seguito a una perdita di greggio dovuta ad alcuni inconvenienti tecnici. La decisione è stata presa dopo che migliaia di barili di petrolio si sono riversati in un contenitore di emergenza durante un test dei comandi anti-incendio alla stazione di pompaggio numero 9, situata a circa 160 chilometri a sud di Fairbanks.
fonte: corriere.it
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