| |
Le cifre spaventose sul costo dei danni ambientali che l'umanità provoca ogni anno alla Terra, almeno 50 miliardi di euro secondo un rapporto presentato ieri a Bonn, dovrebbero essere il segnale di allarme per rendersi conto dell'importanza della natura per la sopravvivenza dell'umanità. Lo studio, all'attenzione della conferenza delle NazioniUnite sulla sostenibilità e biodiversità è stato presentato da Pavan Sukhdev, un esperto della Deutsche Bank incaricato da ue e governo tedesco per il calcolo dal punto di vista economico del valore dei beni naturali e il costo della loro progressiva distruzione. All'indiano Sukhdev, direttore a Londra della sezione "mercati globali" della Banca, l'incarico era stato affidato dall'ultima riunione congiunta tra ministri dell'Ambiente del G8+5, cioé dei Paesi più industrializzati del mondo e dei cinque paesi sulla soglia dello sviluppo. Nel presentare il risultato non ancora definitivo delle sue ricerche sugli "Aspetti economici degli ecosistemi e della biodiversità" (The Economics of Ecosystems and Biodiversity), l'esperto ha avvertito che in breve tempo i danni alla natura possono dimezzare il livello di vita soprattutto dei poveri del mondo. L'affermazione di fondo della ricerca è però un'altra: le risorse naturali non devono più essere considerate come un bene pubblico perlopiù gratuito, bensì come un bene economico con un proprio valore. I diversi ecosistemi nella loro varietà garantiscono il rifornimento alimentare e la qualità dell'acqua e dei suoli. Essi sono i fondamenti dell'economia mondiale e alla fine l'aspetto decisivoper quanto riguarda ricchezza o carestia. Sukhdev ha ricordato che nel calcolo del Pil, il prodotto interno lordo, finora non vengono presi in considerazione le prestazioni naturali, come acqua o aria pulita e neanche la distruzione di risorse disponibili. I "servizi" della natura finora non hanno nessun cartellino con il prezzo, non c'è nessun calcolo sui costi-benefici e nessun inserimento del costo generale, ha detto l'economista. Sukhdev ha fatto alcuni esempi delle conseguenze per l'umanità e per l'economia complessiva: se continuerà a passo attuale la distruzione delle foreste, a partire dal 2050 si rischia ogni anno la perdita di circa il 6% del Pil globale. Lo studio, secondo il ministro dell'ambiente tedesco Sigmar Gabriel (Spd), è molto importante e dovrebbe ottenere gli stessi effetti di un rapporto preparato dall'economista britannico Nicholas Stern sulle conseguenze economiche della cambiamento climatico, e spingere all'azione. "Il rapporto Stern ha acuito la nostra consapevolezza dei danni economici provocati dal cambiamento climatico - ha detto Heidi Wittmer, collaboratrice tedesca al rapporto - ora speriamo che il rapporto Sukhdev abbia un effetto simile a favore della biodiversità". fonte: lanuovaecologia.it |
Utilità del blog per un'Azienda come la nostra, vi chiederete... informare, vi rispondiamo!...IN-FORMA COLLAGE
venerdì 30 maggio 2008
Ecco quanto costa la natura
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento