In realtà l'appuntamento del pomeriggio del 7 giugno in piazza San Babila era stato già programmato da tempo, prima che Scajola pigiasse sull'acceleratore promettendo a Confindustria l'inizio della costruzione delle nuove centrali entro la fine della legislatura. A indire l'evento era stato un lungo elenco di sigle del mondo del lavoro e della militanza ambientalista. In rigoroso ordine alfabetico, si va dalla A delle Acli alla W del Wwf, passando per Cgil, Confederazione italiana degli agricoltori, Cisl, Greenpeace, Legambiente, Lipu, Uil e decine di altre organizzazioni.
In un primo momento voleva essere un'occasione per premere a favore di scelte politiche coerenti con gli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto, ma cambiare l'ordine del giorno della manifestazione, aggiungendo alla difesa del clima le parole d'ordine contro il nucleare, è stata questione di un attimo. "L'Italia - affermano in una nota congiunta gli organizzatori - deve dimostrare di saper partecipare a un nuovo progresso. Che non è fatto né di fonti fossili, né tanto meno di nucleare. Le attuali tecnologie non hanno ancora risolto nessuno dei problemi legati al rischio d'incidenti, alla messa in sicurezza delle scorie e allo smantellamento dei vecchi impianti. L'atomo è una scelta antieconomica e insicura".
Accusati da sempre di saper solo opporre dei no, gli ambientalisti si presentano alla manifestazione con un articolato pacchetto di proposte. "La rivoluzione che vogliamo - dicono - ha degli obiettivi precisi: si propone subito, in tutta Europa e nel mondo, di ridurre in dieci anni del 20% il consumo complessivo di energia attraverso risparmio e maggiore efficienza, di far dipendere per almeno il 20% il fabbisogno energetico da fonti rinnovabili e di ridurre del 30% le emissioni di gas che alterano il clima sulla terra".
"Sarà una grande marcia di cittadini - affermano ancora gli organizzatori - che credono in un'alternativa energetica alle fonti fossili, respingono con forza ogni ipotesi nuclearista, credono in una gestione diversa e sostenibile del territorio e dell'agricoltura, propongono soluzioni concrete per la gestione dei rifiuti, promuovono la mobilità su ferro, non credono nelle grandi opere faraoniche panacea di tutti i mali, ma nelle infrastrutture utili e in un'opera capillare di ristrutturazione delle nostre aree urbane e del territorio".
fonte: repubblica.it
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