L'ACCUSA - Grazie a quei fumi viene scaricata la pressione di qualche impianto bruciando i prodotti in eccesso in circolo. Una specie di valvola di sfogo. Per il Wwf dentro può esserci di tutto. Derivati del petrolio: ossidi zolfo e ossidi di azoto in primis. Poi idrocarburi aromatici e policiclici. Insomma metalli pesanti che ammorbano l'aria.
IL POLO INDUSTRIALE - Intanto i cittadini siciliani non trovano soluzione al problema degli inquinamenti ed ai conseguenti rischi nella loro città. Proprio di fronte alle isole eolie, in pochi chilometri si concentrano una centrale termoelettrica, una raffineria e la sua centrale di cogenerazione e numerose industrie che producono acciaio o smaltiscono batterie. Un'area riconosciuta ad «elevato rischio di crisi ambientale» dalla regione siciliana.
IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE - Il Wwf milazzese ha più volte gridato che «gli amministratori, pubblici e privati, devono applicare il “principio di precauzione” come sancito nell’Agenda 21, il che significa protezione dell’ambiente e della salute ancor prima che venga stabilita una relazione certa causa-effetto sulla pericolosità di una sostanza». Ma da queste parti è già difficile gestire le emergenze quotidiane figuriamoci programmare il futuro. Dopo la nostra inchiesta a gennaio (Guarda il video), dura è stata la reazione dei cittadini. Rai e quotidiani hanno dedicato diversi servizi al problema. Qualche contestazione in consiglio comunale. Ma nulla di più. L'ordinaria vita quotidiana ha avuto il sopravvento. Ma le nubi nere ogni tanto ricordano il problema irrisolto.
FINANZIAMENTI PERSI - L'area del milazzese ha perso i finanziamenti per la «Rete di centraline per il monitoraggio dei fattori inquinanti» e per la realizzazione di un «Ecosportello e catasto emissioni», per una somma totale di 1.550.000 euro. Ora arrivano anche le bacchettate dell’Ufficio speciale alto rischio sui mancati adempimenti. Antonio Cuspilici, direttore dell'ufficio speciale alto rischio: «I sindaci devono intervenire utilizzando anche ai sensi dell'articolo 674 del codice penale relativo al danno ambientale. Molti primi cittadini non hanno collaborato alla redazione del piano di risanamento non andando alle riunioni».
RIUNIONI DISERTATE - Incredibile, solo ora i cittadini apprendono con stupore e rabbia, che alcune amministrazioni locali hanno snobbato la riunione del 27 febbbraio riguardante la redazione del «Piano di Risanamento ambientale del Comprensorio del Mela». MA se i sindaci non vanno alle riunioni che si occupano della salute dei paesi che amministrano, come si pensa di risolvere i problemi?
DIRETTIVA SEVESO - «Purtroppo dopo quasi trent’anni non è stata ancora applicata la direttiva Seveso - denuncia Falliti - con tutte le successive modifiche ed integrazioni con il risultato che le popolazioni locali, oltre a non avere la precisa “percezione del rischio”, non hanno la certezza di essere tutelati in caso di incidente o pericolo».
I NUOVI INSEDIAMENTI - La sezione di Milazzo del Wwf, dopo questo episodio dell’ennesima nube nera, continua a chiedere che vengano presi urgenti provvedimenti per questo territorio «senza controlli». Eppure, nonostante i problemi, ecco sorgere nuovi progetti e nascere nuove società di gestione: aeroporto (tra Milazzo e Barcellona), porti turistici (ne sono previsti due a Milazzo, uno alla foce del Niceto), interporto (raccoglierebbe il traffico commerciale dell'area), strade (che porterebbero all'aeroporto e all'interporto) e la centarle di pompaggio del metano della Snam.
fonte: corriere.it
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