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Usare le forze armate come caposaldo contro la distruzione, l'incendio e il disboscamento della selva pluviale, è uno dei suggerimenti che Minc ha rivolto subito al presidente Luiz Inacio Lula da Silva, assieme ad un programma che permetta in sette anni di raggiungere la meta agognata della "devastazione zero" in Amazzonia. «Vi giuro che la foresta non si trasformerà in carbone - ha assicurato Minc – manterrò la stessa politica ambientale e gli stessi quadri tecnici di Marina Silva. E faremo altre cose che lei non ha fatto, e che spero saremo capaci di attuare». La Silva, 50 anni, figlia di raccoglitori di caucciù dell'Acre, una delle regioni brasiliane più recondite dell'Amazzonia, ha dato le dimissioni improvvisamente una settimana fa dopo essere stata per cinque anni alla guida della politica ambientale brasiliana. Il governo Lula, sulla cresta dell'onda economicamente, per la scoperta di grossi giacimenti di petrolio e per il boom dell'agro business, basato anche sui biocarburanti rinnovabili, è rimasto spiazzato dalla defezione inaspettata di un'ecologista famosa e stimata in tutto il mondo. "Anche se io restassi al governo per dieci anni - ha detto umilmente Minc - non riuscirò mai a conoscere la metà di quell'Amazzonia di cui lei ha cognizione". Ma Minc, 57 anni, ex perseguitato politico della dittatura brasiliana dal 1965 al 1985, ha già mostrato la sua grinta, attaccando ieri il governatore del Mato Grosso, l'oriundo bresciano Blairo Maggi, maggior coltivatore privato di soia al mondo: «Maggi, se potesse, pianterebbe soia anche sulle Ande», ha commentato ironicamente. Lo stato del Mato Grosso è, secondo dati satellitari, quello che sta distruggendo più foresta nel 2008. Ora Minc lancia l'idea originale che i militari passino ad essere i difensori dell'Amazzonia, come una Forza Nazionale di Sicurezza Ambientale. «Proporrò all'esercito che crei dei reggimenti che funzionino dentro i parchi nazionali - ha detto Minc – e che curino anche le zone che sono loro attorno, le riserve degli indios e quelle estrattive». Finora questo compito era stato dato agli agenti dell'Ibama (Istituto Brasiliano per l'Ambiente), che però sono risultati troppo pochi per salvaguardare un'estensione pari a più di cinque volte l'Italia. «In termini concettuali l'idea di Minc può essere interessante - è il parere del generale Ademar Da Costa Machado, addetto stampa dell'esercito brasiliano - Ma è necessario vedere come sarà applicata». I militari in Amazzonia sono attualmente circa 24 mila, ma potranno essere aumentati a 27 mila entro l'anno prossimo. Minc non si è ancora pronunciato sulla legge ”Foresta Zero”, così definita dalle Ong ambientaliste brasiliane che vedono con orrore i suoi passi avanti nel congresso di Brasilia. La proposta di ridurre la percentuale di foresta nativa che va mantenuta obbligatoriamente nelle proprietà amazzoniche, aveva in Marina Silva una strenua oppositrice fonte: lanuovaecologia.it |
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giovedì 22 maggio 2008
L'esercito brasiliano a guardia della foresta
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