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Grandi autostrade, lunghe code di auto, un gran numero di Suv: è l'immagine che di solito accompagna Los Angeles, una metropoli dove le quattro ruote dominano lo scenario. Ma a sorpresa la città della California si scopre ora la seconda più 'verde' degli Usa: solo Honolulu, alle Hawaii, scarica nell'aria meno anidride carbonica. A pochi giorni dall'avvio, di fronte al Congresso degli Usa, di un complesso dibattito sulle soluzioni del futuro nella lotta alle emissioni, uno studio dell'influente centro studi Brookings disegna una mappa inattesa delle 'impronte di carbonio', i livelli dell'impatto che le città hanno nel rilasciare nell' atmosfera gas effetto serra. Il fiume Mississippi si rivela una sorta di confine tra l'America 'verde' a Ovest e quella degli inquinatori a Est. La California, dove il governatore repubblicano Arnold Schwarzenegger ha lanciato iniziative ambientali spesso in contrasto con l'amministrazione Bush, ha ben quattro città nella top ten delle metropoli con meno emissioni: oltre a Los Angeles, ci sono San Jose, l'eco-fanatica San Francisco e San Diego. Sono invece le aree rurali del Midwest e i centri abitati più piccoli a produrre quantità maggiori di anidride carbonica pro-capite. Lexington in Kentucky e Indianapolis in Indiana sono le peggiori da questo punto di vista. Dopo la scelta negli anni scorsi dell'amministrazione Bush di sganciarsi dal Trattato di Kyoto, le città hanno preso l'iniziativa di ridurre le emissioni da sole. Oltre 800 sindaci hanno firmato un patto che prevede di tagliare i gas del 7% sotto i livelli del 1990, come prevede Kyoto. Ma lo studio della Brookings ha evidenziato come "le aree metropolitane da sole non possano fare la differenza o risolvere un problema così vasto", ha sottolineato Mark Muro, che ha guidato lo studio. È per questo che c'è attesa, e tensione politica, in vista del dibattito che si aprirà la settimana prossima in Senato su una proposta di legge per limitare le emissioni a livello nazionale, che prevede tra l'altro l'istituzione di un sistema di 'crediti di carbonio' e l'obbligo di produrre una certa percentuale di energia da fonti alternative. Il candidato dei repubblicani alla Casa Bianca, il senatore John McCain, è tra i sostenitori della legge e sul tema delle emissioni ha preso una posizione che si distanzia dall'amministrazione Bush. McCain rischia l'appoggio del mondo imprenditoriale, ma potrebbe guadagnare consensi preziosi tra gli elettori indipendenti e indecisi al centro. La Brookings, pur mettendo in guardia sul fatto che le classifiche sono basate su dati spesso controversi o poco omogenei, ha voluto usare la provocazione della lista dei 'buoni' e dei 'cattivi' per indicare la propria ricetta per il futuro. Secondo il centro studi, a livello federale è necessario che la prossima amministrazione promuova una politica che punti a privilegiare il trasporto pubblico e obblighi a scelte di efficienza energetica nel realizzare impianti e abitazioni. fonte: lanuovaecologia.it |
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venerdì 30 maggio 2008
Usa, Los Angeles si scopre "verde"
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