venerdì 16 maggio 2008

Un archivio di 30 mila anomalie climatiche inchioda l’uomo alle sue responsabilità

E’ il più ricco e accurato archivio delle anomalie correlabili al cambiamento climatico che sia stato realizzato finora: quasi 30 mila indicatori di natura fisica, chimica o biologica che ci raccontano come siano mutati dal 1970 al 2005 gli ambienti naturali del nostro pianeta. Trent'anni di metamorfosi rapide e sconvolgenti, che interessano tutti i continenti della Terra e che sono riconducibili all’aumento delle temperature medie di un grado causato dall’effetto serra. Ne sono autori Cynthia Rosenzweig, una climatologa del Nasa Goddard Institute for Space Science, e numerosi suoi colleghi appartenenti a una decina di altre istituzioni scientifiche, i quali hanno deciso di raccontare sull’ultimo numero della rivista Nature (15 maggio 2008) la forza e la vastità dell'impatto umano sul clima. Con un messaggio finale rivolto agli scettici: tutto questo non può che riportare alle responsabilità dell’uomo e al suo attuale modello di sviluppo.
«Questo è il primo studio a legare insieme l’andamento delle temperature globali e i cambiamenti osservati in un vasto contesto di sistemi fisici e biologici», spiega la Rosenzweig, enumerando alcuni dei fattori di cambiamento più appariscenti. Fra questi: l’assottigliamento dei ghiacciai; lo scioglimento del permafrost (il terreno perennemente congelato in paesi come la Siberia o il Canada); l’aumento delle temperature medie dell’acqua in laghi, fiumi e bacini chiusi come il Mediterraneo; le fioriture primaverili anticipate di centinaia di specie vegetali; lo spostamento verso le latitudini più alte di piante e di animali che tentano di sfuggire all’eccesso di caldo; l’invasione di specie tropicali nei mari surriscaldati delle medie latitudini; le migrazioni degli uccelli ritardate in autunno, anticipate in primavera o addirittura cancellate quando si verificano inverni molto miti. «Si tratta di un panorama talmente ricco di casi, di portata talmente ampia, e così strettamente correlabile all’aumento delle temperature medie riscontrabile in ogni continente della Terra, che non è possibile invocare le naturali oscillazioni del sistema climatico per giustificarlo», spiegano gli autori dello studio. Mutamenti di questa portata, in tempi così brevi, non hanno precedenti nelle ultime centinaia di migliaia di anni. L’uomo e l’aumento esponenziale dei suoi gas serra, emergono come i fattori che più di ogni altra causa naturale di breve periodo (attività vulcanica, variazioni della radiazione solare, eccetera) possono aver provocato tutto ciò.

fonte: corriere.it

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