martedì 27 maggio 2008

Rifiuti, 25 arresti per presunte irregolarità Ai domiciliari anche l'ex vice di Bertolaso

L'inchiesta sulla gestione dell'emergenza rifiuti si allarga e coinvolge personaggi di spicco in Campania. Come il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, che ha ricevuto un avviso di garanzia per presunte irregolarità. Pansa è stato commissario per l'emergenza rifiuti per sei mesi, dall'estate scorsa fino a dicembre. Gli viene contestato il reato di falso in atto pubblico relativamente a un documento da lui firmato con allegato un elenco di prestazioni che impegnavano la Fibe - la società del gruppo Impregilo che ha gestito lo smaltimento in Campania fino al 2005 e poi affidataria del servizio in attesa di una gara europea e che è ora sotto inchiesta insieme al presidente Bassolino - a una serie di lavori per il termovalorizzatore di Acerra e per interventi di ristrutturazione nei sette impianti di combustibile da rifiuti della Campania. L'atto è datato 18 dicembre e la scadenza del mandato del prefetto era il 31 dicembre 2007.

25 ARRESTI - Nell'ambito della stessa indagine, sono stati notificati 25 ordini di custodia cautelare ai domiciliari ad altrettanti dipendenti e funzionari del Commissariato per i rifiuti da parte dei carabinieri del Noe (Nucleo tutela ambiente). Tra i destinatari 'eccellenti' Marta De Gennaro, responsabile del settore sanitario del Dipartimento della Protezione civile e già vice di Guido Bertolaso quando l'attuale sottosegretario era commissario ai rifiuti. Il funzionario della Protezione civile faceva parte della squadra di tecnici che hanno lavorato sia sotto il commissario Alessandro Pansa sia con Gianni De Gennaro. Altro nome eccellente è quello di Michele Greco, dirigente della Regione Campania e prima alla Protezione civile. Arrestato infine l'amministratore delegato della Fibe. Le accuse sono di traffico illecito di rifiuti, falso ideologico e truffa ai danni dello Stato.

I PM - Titolari dell'inchiesta sono i pm della Procura di Napoli, Paolo Sirleo e Giuseppe Loviello, gli stessi che condussero l’inchiesta sull’attività del Commissariato per i rifiuti che ha portato al rinvio a giudizio di personaggi eccellenti tra cui i vertici della società Impregilo e il presidente della Campania Antonio Bassolino, commissario dell’emergenza rifiuti per alcuni anni. Inchiesta che ha portato alla celebrazione del processo, rinviato al 2 luglio.

IL PREFETTO PANSA - «Sono convinto che gli sviluppi dell'inchiesta chiariranno la correttezza del mio comportamento - ha detto all'Ansa il prefetto Pansa -. Mi è stato notificato dalla Procura della Repubblica di Napoli un avviso di garanzia quale persona sottoposta a indagini per concorso in falso in atto pubblico, relativamente a un provvedimento da me emesso il 18 dicembre 2007 nella qualità di commissario di governo delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Attendo del tutto sereno l'esito degli accertamenti ed esprimo la fiducia massima nei confronti della magistratura».

BLOCCHI STRADALI - Intanto a Chiaiano non si vede più nessun manifestante. Nella notte è stata rimossa la prima barricata dei cassonetti, mentre restano sulla strada tronchi d'albero tagliati, masserizie e vecchie carcasse d'auto. I vigili del fuoco hanno raggiunto la zona per rimuoverli. Le trivelle e i tecnici dell'Arpac (Agenzia regionale protezione ambientale Campania) sono entrati nell'area della cava, dove sarà allestita la discarica da 700mila tonnellate, per iniziare i rilievi tecnici. Secondo il sottosegretario all’emergenza rifiuti Bertolaso, le verifiche di carotaggio dovrebbero durare circa 20 giorni (scheda - cos'è il carotaggio): solo al termine di queste si potrà dare il via libera al trasporto dei rifiuti nelle cave di tufo che attualmente ospitano un poligono di tiro.

LA TREGUA - È iniziata così la prima giornata di tregua. La linea della fermezza, per il momento, ha vinto. Il premier Silvio Berlusconi aveva ribadito: ascoltare quello che hanno da dire le comunità locali, cittadini e sindaci è bene accetto, ma nessun cedimento. E così ha fatto Bertolaso (che fa sapere che entro l'anno ogni provincia campana avrà la sua discarica) che ha incontrato i rappresentanti dei Comuni.

L'APPELLO - Oltre all’appello del sottosegretario, che aveva chiesto partecipazione ai cittadini, nel corso della notte si è aggiunto quello del sindaco di Marano, Salvatore Perrotta. Il primo cittadino del Comune ai confini di Chiaiano, aveva preso parte in tarda serata a un vertice con il prefetto di Napoli, Pansa. Alla fine del lungo colloquio era stato deciso di fare entrare i tecnici nella cava per permettere le verifiche. Il sindaco si era appellato ai manifestanti per far sì che venissero tolti i blocchi e permettere l’arrivo delle ruspe. Perrotta aveva anche assicurato che le Forze dell’ordine avrebbero unicamente vigilato le operazioni senza prendere possesso dei luoghi.

OLTRE 50 ROGHI NELLA NOTTE - Nella notte però ci sono stati altri roghi tra Napoli e provincia. Dopo una lieve diminuzione, nei giorni scorsi, del numero dei cumuli in fiamme, tra lunedì e martedì i vigili del fuoco ne hanno spenti oltre cinquanta. Si tratta spesso di «mini discariche», difficili da spegnere: in alcuni casi coprono intere strade, in altri arrivano a oltre tre metri di altezza. Gli interventi si sono concentrati alla periferia di Napoli, nella zona di Ponticelli e Agnano, e nei comuni di Casoria, Sant'Antimo, Afragola, Casalnuovo. A Pianodardine (Avellino) l'auto del direttore dell'impianto di Cdr (combustibile derivato dai rifiuti), Alessandro Di Giacomo, è stata incendiata da ignoti nella notte. Intanto proseguono i trasferimenti via mare dei rifiuti in Sardegna. Martedì mattina circa 60 camion carichi di spazzatura sono in fila nel porto di Napoli, in attesa dell'imbarco sulla nave traghetto.

fonte: corriere.it

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