"Vogliamo lavorare insieme e arrivare al consenso" ha detto Paula Dobriansky, capo delegazione statunitense. Un cambiamento di rotta dopo la pressione internazionale durante la discussione in sessione plenaria, che ha portato al risultato dopo una stancante maratona, in cui non sono mancati momenti di forte emotività: Yvo de Boer, segretario della Convenzione internazionale sui cambiamenti climatici, che organizza i summit annuali sul clima, ha pianto nella sessione plenaria davanti a ministri e delegati. Era stato accusato duramente da Cina e India per aver aperto la plenaria mentre era in corso un confronto tra i paesi in via di sviluppo del gruppo G77&Cina. "Non lo sapevo", si è scusato in lacrime De Boer, dinanzi al segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, e al presidente della repubblica dell'Indonesia, giunto al summit questa mattina. De Boer ha lasciato la sala con la voce strozzata.
L'accordo raggiunto prevede un percorso per negoziare un nuovo accordo sul cambio climatico che sostituisca in maniera più ambiziosa il Protocollo di Kyoto. Il 'Kyoto 2', che sarà negoziato nei prossimi due anni sarà firmato a Copenaghen nel 2009. Il nuovo trattato avrà effetto a partire dalla fine del 2012.
"E' un momento di grande importanza per me e per il mio mandato" ha commentato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon. "Ringrazio gli stati membri per il loro spirito di flessibilità e compromesso" ha aggiunto il segretario, che ore prima aveva mostrato tutta la sua frustrazione per lo stallo dei negoziati, spronando i delegati a trovare una soluzione. "E' arrivato il momento di decidere" aveva detto solennemente all'ultima sessione plenaria.
La "roadmap" di Bali è stata approvata per consenso dai delegati dei 190 Paesi presenti, al termine di oltre 13 giorni di trattative serrate, uno in più di quelli previsti dall'organizzazione. Esausti, ma felici i delegati sono giunti all'intesa al culmine di un drammatico testa-a-testa che ha visto gli Stati Uniti unirsi all'accordo solo all'ultimo minuto.
Il testo dell'accordo, proprio tenendo in conto le obiezioni degli Stati Uniti, non fa riferimento a cifre per quanto riguarda le emissioni inquinanti e la necessità di ridurle. Kyoto vincolava tutti i paesi industriali, con l'eccezione degli Stati Uniti, al taglio delle emissioni di gas serra tra il 2008 e il 2012, mentre i paesi in via di sviluppo non erano coinvolti. Il patto che uscirà dai nuovi negoziati dovrebbe essere invece vincolante per tutti i paesi a partire dal 2013.
fonte: repubblica.it
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