GLI USA: «QUI NON PRENDIAMO IMPEGNI» - «Non abbiamo intenzione di impegnarci qui e ora con date e cifre di riduzioni dei gas serra», ha risposto Watson a quanti gli chiedevano se la dichiarazione finale di Bali potesse includere un passo avanti dell’amministrazione Bush verso Kyoto. «Tuttavia stiamo lavorando in maniera costruttiva per l’insediamento di un comitato negoziale che potrebbe definire, di qui al 2009, un nuovo meccanismo di riduzione dei gas serra». Nel giorno in cui l’Ipcc (il gruppo degli esperti climatici delle Nazioni Unite) e l’ex vice presidente Al Gore, hanno ritirato a Stoccolma il Premio Nobel per la Pace, il negoziato di Bali è sembrato, dunque, condannato a un magro risultato.
LE IPOTESI - Bene che vada, il documento finale conterrà l’accordo su un «percorso» negoziale, da svolgere nei prossimi due anni, nella speranza di dare un seguito a qualche tipo di programma globale per la riduzione dei gas serra. Tuttavia ancora non si può prevedere se questo futuro accordo conterrà impegni vincolanti, come vorrebbe l’Europa, o volontari come chiedono gli Stati uniti e i maggiori Paesi in via di sviluppo. Insomma, l’amministrazione Bush, malgrado tutte le pressioni interne e internazionali, non solo continua nella sua strada di rifiuto del Protocollo Kyoto, ma in più annuncia di volere portare avanti il confronto con le maggiori economie industrializzate, già avviato a New York il 28 settembre scorso, seguendo un percorso indipendente dal processo negoziale gestito dalle Nazioni Unite.
KERRY: «GLI STATI UNITI NON SONO CON BUSH» - A contrastare la linea anti Kyoto di Bush, domenica è arrivato a Bali l’ex candidato alla presidenza John Kerry. Dando vita a una specie di match a distanza con il rappresentante ufficiale degli Stati Uniti, Kerry ha ricordato che l’atteggiamento del suo Paese nei confronti del Protocollo di Kyoto è ben diverso da quello dell’attuale amministrazione. «Consapevole delle conseguenze disastrose del riscaldamento globale messe in evidenza dall’ultimo rapporto Ipcc, più della metà degli Stati ha adottato impegni e meccanismi di riduzione simili a quelli del Protocollo –ha assicurato Kerry-. Molte delle nostre aziende si sono dichiarate favorevoli all’introduzione di quote vincolanti e al mercato delle emissioni. Anche l’atteggiamento del nostro Senato è cambiato». Kerry lascia intravedere la possibilità di una svolta solo dopo la conclusione dell’amministrazione Bush. E conferma il modesto risultato che si prospetta per la conclusione di questa tredicesima conferenza sui cambiamenti climatici: «Non vi aspettate nulla di più di una roadmap che avvii una nuova fase negoziale, i cui risultati dovrebbero arrivare dopo il 2009». Appunto, quando Bush sarà uscito dalla Casa Bianca.
fonte: corriere.it
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