IMPENNATA DEI PREZZI - Già da questa mattina nei mercati si registrano impennate dei listini al consumo, soprattutto per la verdura e la frutta, con punte del 15-20 per cento rispetto alla scorsa settimana. C'è da preoccuparsi, perché una tendenza speculativa, una volta innescata, è difficile da arginare. Per di più il traino dei consumi natalizi rischia di fornire un'altra spinta ai prezzi, così che gli aumenti potrebbero proseguire fino all'inizio delle feste.
QUALITA' - C'è poi un'altro pericolo: che sugli scaffali arrivino alimenti la cui qualità è stata irrimediabilmente compromessa perchè rimasta per troppo tempo nei camion a causa del fermo dell'autotrasporto. È quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo la quale per la prima merce che è arrivata sui mercati (ortaggi e verdura, insalate, spinaci, sedani, finocchi, cavolfiori), i prezzi sono lievitati oltre il 20 per cento, con punte anche del 50 per cento.
PESCE - Per il Codacons, a Roma, già si registra un aumento nel prezzo dei prodotti ittici, soprattutto per il pesce fresco e le vongole, valutabile nell'ordine dei 50-70 centesimi di euro. L'associazione sta, in queste ore, monitorando la situazione dei prezzi al consumo e ha attivato a questo scopo una mail alla quale i cittadini possono inviare segnalazioni riguardanti aumenti superiori al 10%. Nell'arco di tempo necessario per il superamento dell'emergenza occorre - secondo la Coldiretti - vigilare per fermare accaparramenti, rincari e speculazioni che si stanno verificando sul mercato.
CARENZA DI PRODOTTI - Dal mercato di Fondi a Latina nel Lazio a quello di Vittoria a Ragusa in Sicilia fino a quello Bologna si segnala ancora mancanza di prodotto anche se sono partite le prime spedizioni per l'Italia e l'estero. Per tutti i prodotti tipici del Natale - prosegue la Coldiretti - è partita una corsa contro il tempo per permettere la loro distribuzione sul mercato prima che sia troppo tardi.
fonte: corriere.it
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