DECISIONE A MAGGIORANZA - Il consiglio direttivo della Bce, come ha spiegato il presidente, Jean-Claude Trichet, ha discusso «tutte le opzioni sul tavolo», «compresa quella di un aumento dei tassi di interesse». Ma ha poi deciso di mantenerli invariati «sulla base di un consenso», e quindi non in modo unanime.
INFLAZIONE - La Bce si trova in effetti a dover decidere la politica monetaria tra spinte opposte. Se Eurolandia rischia un rallentamento della crescita (l’istituto di Francoforte non a caso ha tagliato le stime sul Pil 2008 e 2009, anche se «i fondamentali dell'economia restano solidi»), contemporaneamente si assiste a una ripresa dell’inflazione, balzata al 3% a novembre. Anche in questo caso la Bce ha acceso un faro: ci sono rischi legati all’aumento del livello dei prezzi, tanto che le stime sull’inflazione sono aumentate in maniera sensibile. La Bce ora stima che si attesterà tra il 2% e il 3%, a fronte della forchetta di 1,5-2,5% di tre mesi fa. Sui mercati finanziari persiste incertezza: «Vigileremo con attenzione nelle prossime settimane», ha detto Trichet, che ha tagliato le stime sulla crescita dell’area euro, che il prossimo anno dovrebbe crescere in una forchetta compresa fra l'1,5% e il 2,5%, in rallentamento rispetto all'1,8%-2,8% stimato in settembre.
fonte: corriere.it
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